Non inganni il quinto posto in Spagna. Hamilton e la Mercedes hanno mandato un messaggio chiaro. Ma ora va tenuta viva questa fiamma.
Un GP di Spagna che, dopo quanto visto a Miami, ha confermato che la Mercedes sta crescendo. E verrebbe da dire finalmente, visto che la scuderia anglo-tedesca, dopo anni di dominio, era attesa quantomeno tra i team che potevano giocarsi il titolo anche questa stagione. Invece i primi appuntamenti stagionali hanno descritto un’altra realtà, ossia che i tempi di gloria per ora sono finiti. Che c’è da ricostruire un pò, ma che è possibile ritornare in altro.
La W13 non è nata sotto i migliori auspici. Aveva sorpreso tutti per le sue forme anti-convenzionali, ma alla fine ha dimostrato che anche i grandi possono sbagliare una volta un colpo. Non era una F1, almeno fino a Miami, ha detto Lewis Hamilton, che ora però è tornato per un weekend a vivere sensazioni positive, di quelle che ti fanno tornare a essere ottimista per il futuro.
Hamilton, in Spagna il primo segnale di ripresa
La stagione per il sette volte campione del mondo non è iniziata al meglio. Il colpo di Abu Dhabi si è fatto sentire parecchio, negli atteggiamenti e anche nella guida. La sorpresa nel trovarsi a che fare con una Mercedes nettamente al di sotto delle aspettative ha aggravato la situazione di Hamilton, che nelle prime uscite ha sempre abbozzato nei confronti del nuovo compagno di box, George Russell, che gli è tutt’ora davanti in classifica.
Le strategie errate, che hanno favorito il rivale interno, non hanno fatto altro che acuire un malessere che Hamilton covava già da tempo, da quel finale di 2021 che proprio non vuole andare giù per come si è sviluppato. A Barcellona invece Lewis è tornato a mostrare il talento che tutto pensavano fosse andato a farsi una bella vacanza. Ma c’è voluto un bel passaggio agli inferi per capire che, dopo aver toccato il fondo, la risalita può essere sì dura ma anche piacevole, a tratti.
La partenza con le medie e il contatto in curva 3 con Magnussen, con relativa entrata ai box e scivolamento in fondo al gruppo, poteva essere l’ennesimo ko di una stagione che si sta prendendo gioco di lui. Lo sconforto per un attimo ha preso il sopravvento, tanto che in diretta Mondiale ha alzato bandiera bianca, chiedendo, anzi, supplicando il box Mercedes di farlo rientrare per salvaguardare il motore e mettere fine alle sue sofferenze. Ma le poche parole dal muretto, che gli hanno intimato di continuare perché c’era l’opportunità di arrivare a punti, lo hanno scosso da un torpore che Hamilton stava accettando con troppa facilità.
Giro dopo giro, l’inglese è tornato a credere in se stesso, nel team, nella macchina. Alla fine è arrivato a un passo dal podio, fermato solo da un inconveniente tecnico che lo ha fatto chiudere al quinto posto. E le parole una volta sceso dalla vettura hanno certificato che Hamilton è tornato. O quantomeno sta tornando. La convinzione di poter vincere non era spocchia, ma solo consapevolezza che, con questo ritmo, entro poco tempo si può davvero tornare a pensare in grande.
Questo è stato il primo episodio esaltante dopo parecchio tempo, ma è sulla scia di questo che si deve continuare a credere. In primis Lewis, che non ha perso per strada il suo talento. Va stimolato magari, ma questi sono segnali da sfruttare. La Mercedes e il britannico, prima o poi, avranno la loro occasione.