L’ennesima occasione sprecata per una top ten in Spagna hanno aumentato le critiche su Mick Schumacher. Ma la Rossa non dice nulla?
Doveva e poteva essere l’occasione buona per trovare i primi punti in carriera in F1 e rispondere così alle critiche che gli sono piovute addosso da qualche settimana a questa parte. Ma il GP di Spagna per Mick Schumacher è stata ancora una volta l’ennesima opportunità buttata al vento. Dopo una top ten conquistata in qualifica grazie a una prova superlativa, ci si aspettava domenica una gara altrettanto consistente da parte del pilota tedesco, che però ha mancato ancora una volta la zona punti.
E pensare che le premesse erano davvero buone. Dopo un’ottimo start, Schumacher ha navigato a lungo in zona punti, per poi chiudere al quattordicesimo posto. Tutta colpa di una strategia con un pit stop in più rispetto agli altri piloti con i quali era in lotta che non ha dato gli esiti sperati.
Schumacher sotto pressione. Ma la Ferrari dov’è?
Le due soste a Barcellona si sono rivelate errate. Schumacher aveva un buon ritmo ma nel finale è calato vistosamente. E neanche un terzo pit stop avrebbe migliorato le cose, anzi. Addirittura avrebbe rischiato di perdere ancora più terreno in classifica. Dunque strategia sbagliata, come ha ammesso lo stesso Mick a fine gara, che poi ha confermato di voler analizzare bene con il suo team il perché di questo risultato al di sotto delle aspettative.
Ma, come se non bastasse, è arrivata anche la “bastonata” da parte del team principal Gunther Steiner, che quando si tratta di usare le maniere forti non usa mezzi termini e non guarda in faccia a nessuno: “Mick ora sente un po’ di pressione, anche perché in F1 non è che si abbia troppa pazienza – ha detto a Sky Sport -. A un certo punto bisogna mettere in pista la prestazione che serve, per ora però questa non è una stagione da dentro o fuori per quanto riguarda Schumacher”.
Insomma, non rischia nulla al momento ma deve scoccare anche la sua ora. Perché altrimenti in F1 il futuro è in bilico, perché non ti aspetta nessuno. In Bahrain Schumacher aveva subito sfiorato il colpaccio, ma dopo il botto in Arabia Saudita la strada si è fatta decisamente in salita, anche per colpa di un Kevin Magnussen, tornato dopo due anni in Haas per sostituire al volo Mazepin, che lo ha letteralmente surclassato, conquistando finora tutti i punti messi a segno dal team americano.
La macchina c’è per ora, ma Alpine, Alpha Tauri, McLaren, Alfa Romeo e non solo stanno crescendo. E il rischio è di aver già buttato al vento l’occasione di portare a casa punti pesanti che a fine stagione potrebbero contare per una permanenza o meno non solo nel team ma anche in F1. Che stia subendo il momento lo si è capito a Miami, quando in lotta per i primi dieci posti ha buttato fuori nel momento topico il “mentore” Sebastian Vettel. Ora però c’è da darsi una mossa.
Anche perché le critiche aumentano giorno dopo giorno per Schumacher. Anche da chi meno te le aspetti, come lo zia Ralf, che non ha perso occasione per bacchettarlo pubblicamente. Quello che però risulta strano è che dal box Ferrari (perché è sì in Haas ma è anche terzo pilota del Cavallino quest’anno) nessuno ha provato ad alzare la voce. Neanche quel Mattia Binotto che lo ha visto crescere negli anni. Che sia un segnale?
Di sicuro il rinnovo di Sainz è stato un duro colpo per Schumacher, ma dalla Rossa può essere venuto anche uno stimolo decisivo per fare decisamente meglio. Anche perché lo spagnolo ha sì prolungato di un anno il suo rapporto con Ferrari, ma si sa, sono le prestazioni che parlano chiaro. Sainz per ora sta decisamente deludendo e se dovesse andare peggio (cosa che non si augurano in Ferrari ma soprattutto i tifosi), la chance di uno Schumi seconda guida nel 2023 non sono così risicate. Anzi. Ora spetta a lui, ma magari un cenno da Maranello per “preservare” un proprio talento non farebbe male. Soprattutto ora, nel momento del bisogno.