Il pilota della Ferrari, Charles Leclerc, ha dovuto ingoiare l’ennesimo boccone amaro nella sua Monaco. Iñaki Rueda, responsabile della strategia, ha analizzato i motivi della disfatta.
“Non possiamo commettere certi errori”, così Charles Leclerc al termine del Gran Premio di Monaco. Un messaggio chiaro agli uomini della Scuderia, se si vuole competere per il titolo mondiale fino all’ultima tappa, non sono ammessi altri fallimenti. Gli avversari, sotto il profilo strategico, commettono pochissimi sbagli nell’arco di una intera stagione. Sono più abituati a lavorare sotto pressione e sono stati in bagarre con la Mercedes fino all’ultima tappa di Abu Dhabi 2021.
La cavalcata della Ferrari era iniziata con la doppietta del Bahrain. Il ritiro di Max Verstappen aveva spalancato le porte al secondo posto di Carlos Sainz, incorniciando un trionfo che mancava da quasi due anni e mezzo. Le tappe in Arabia Saudita e Australia avevano fortificato la posizione della Rossa. Persino a Jeddah, tracciato favorevole alle caratteristiche della RB18, la F1-75 aveva lottato per la vittoria, arrendendosi nel finale agli attacchi di Max Verstappen.
Dopo l’hat trick del GP del Bahrain, Charles Leclerc ha celebrato a Melbourne il suo primo Grand Chelem, ovvero pole position, giro più veloce e vittoria senza mai cedere la prima posizione. Un dominio schiacciante, che aveva creato un margine in classifica molto serio. Neanche il più ottimista dei tifosi della squadra austriaca poteva immaginare la RB, dopo solo 7 tappe totali, al primo posto in classifica costruttori con un vantaggio di 36 punti sulla Scuderia.
Hanno pesato come un macigno gli errori di Carlos Sainz, il ritiro per un problema alla Power Unit di Charles Leclerc a Barcellona e la strategia errata della domenica di Monaco. Dopo aver colto una magnifica prima fila che a Monaco rappresenta il 50% del lavoro, gli strateghi al muretto della Ferrari hanno buttato al vento la possibilità di replicare alla doppietta degli avversari a Barcellona. Il 2022 ha confermato tutte le straordinarie qualità di Leclerc in qualifica, ma i risultati raccolti in gara sono stati al di sotto delle aspettative.
Ferrari, la confessione di Iñaki Rueda
Sergio Perez ha beneficiato delle lacune strategiche degli esperti al muretto della Rossa per conquistare il suo terzo successo in carriera. Alle sue spalle è giunto Carlos Sainz, ma il pilota il lizza per la corona, Charles Leclerc, è finito giù dal podio, alle spalle di Max Verstappen. Un pronostico assurdo alla vigilia del Gran Premio, soprattutto per le prestazioni dimostrate dal monegasco nell’arco dell’intero weekend. Se Leclerc non ha concretizzato in trionfi le pole conquistate non è stata una questione di sfortuna. Oltre il danno la beffa: la Ferrari “penalizzata” anche dalla FIA.
La Rossa ha commesso tanti errori negli ultimi anni, ma sembra non imparare la lezione. Affidarsi a dei software non è sempre la soluzione migliori, soprattutto quando manca l’intuito e l’esperienza per agire sotto pressione. Le strategie errate del muretto box della Ferrari hanno limitato le ambizioni del giovane. Al termine della sua gara di casa, il pilota della Ferrari si è presentato con gli occhi lucidi davanti alle telecamere per le interviste. Dopo il disastro, sono arrivate le scuse del team principal: a Monaco si è rivisto il solito Binotto.
L’ingegnere spagnolo, Iñaki Rueda, in un video trasmesso dalla Ferrari ha analizzato: “Con Charles abbiamo commesso due errori: il primo è stato coprire Perez, mentre con Carlos ci siamo resi conto molto tardi, al suo ritorno, che non potevamo coprire Perez, con Charles avevamo un grande divario e pensavamo di poter coprire Perez. All’inizio del 18° giro, Charles aveva un vantaggio di oltre 10 secondi su Perez. Pensavamo che questo vantaggio sarebbe stato ridotto perché Perez, con le gomme intermedie, era molto più veloce di Charles con le gomme estreme”.
“Avevamo esaminato altre auto, avevamo dati in tempo reale dalle vetture e pensavamo che questo divario si sarebbe ridotto da circa 10 secondi a cinque, quattro, tre nel peggiore dei casi. Quando siamo entrati, abbiamo visto ridursi il divario di 10 secondi. ridotto: sette, sei, cinque, quattro. Mentre Charles attraversava la piscina, l’ultimo riferimento temporale che avevamo indicato era che sarebbe partito un secondo prima di Perez. Quello che non ci aspettavamo era che Perez fosse nove secondi più veloce in assoluto in quel giro, ed è per questo che abbiamo perso la gara contro Charles”, si è giustificato Rueda.
Il doppio pit stop è stata la mazzata finale alle ambizioni del monegasco. “Volevamo far uscire entrambe le vetture con le gomme da asciutto e, al giro 21, pensavamo che la pista fosse abbastanza buona per quelle gomme, indebolendo Perez in modo da poter finire P1 e P2. Abbiamo fatto un ultimo secondo tentativo per cercare di dire a Charles di stare fuori, ma era troppo tardi. Era già entrato nella corsia dei box. In questo doppio pit, Charles ha perso due secondi. È stato fondamentale. Come mai? Questo è ciò che ha permesso a Verstappen di passare davanti a Charles un giro dopo“. Rueda ha riconosciuto che c’è tanto su cui lavorare, dato che hanno “fatto delle cose molto buone”, ma anche altre cose di cui non sono orgogliosi.