La MotoGP come la F1 in vena di grandi rivoluzioni. Intervenuto ad un evento tenutosi in Spagna, il patron della Dorna Ezpeleta ha svelato i piani.
Malgrado nelle ultime stagioni la classe regina del motomondiale sia diventata più combattuta e movimentata, la Dorna vorrebbe qualcosa di più. La maggior competitività delle scuderie in gruppo e una Honda non più dominante o comunque in soliloquio con Yamaha hanno certamente permesso alle gare di ravvivarsi e regalare podi sempre diversi, eppure per il patron Carmelo Ezpeleta, la strada verso il vero show è ancora lunga.
Lo ha confidato lui stesso al MARCA Sports Weekend, evento organizzato a Malaga dal celebre quotidiano sportivo per celebrare i 30 anni della gestione iberica della serie.
Ezpeleta: i piani della Dorna per avere più spettacolo
In un colloquio con Jorge Lorenzo e Ana Carrasco il manager spagnolo ha riflettuto sugli aspetti da rafforzare sottolineando l’importanza del valore dei piloti schierati, anche se guardando al 2023 ha confidato che potrebbero esserci ritocchi al calendario. Tra questi l’avvio che non sarà più in Qatar.
“Fino al 2026 ci sarà un periodo di stabilità regolamentare. Ciò significa che non verranno apportate modifiche a meno di questioni di sicurezza o di richiesta unanime da parte delle scuderie. L’obiettivo che ci siamo posti è che entro il 2027 vi sia un calo delle prestazioni. Nel 2024 verrà introdotta la benzina ecologica e al momento stiamo discutendo del tema ali“, ha spiegato il CEO.
A differenza di molti corridori, convinti che oggi i sorpassi siano ridotti all’osso, il Supremo delle due ruote ha elencato altre problematiche a suo dire più rivelanti: la sicurezza e la sostenibilità. Quest’ultimo punto suddiviso in due parti. Uno più tecnico per quanto concerne l’efficenza dei motori e uno più pratico relativo alle finanze. I costi in salita rischiano infatti di far sparire alcune realtà private.
E giusto per tirare l’acqua al suo mulino, Ezpeleta non ha mancato di sottolineare come il Mondiale di oggi sia in condizioni nettamente migliori rispetto a quando lo acquistò la sua società negli anni ’80. Ciò perché allora sullo schieramento c’erano centauri non tanto validi, mentre adesso invece ci troviamo davanti ad un mix tra buoni corridori e campioni.
“Ora sono tutti forti. Non c’è nessuno di carente“, ha argomentato orgoglioso facendo altresì riferimento al minor numero di infortuni gravi o peggio, segno che il lavoro fatto è stato positivo nel suo globale. “Poi ovviamente non va trascurato l’aspetto fortuna“, ha concluso.