Lucio Cecchinello riassume il lavoro compiuto dai tecnici Honda durante l’inverno e lo stile di guida di Marc Marquez.
Honda e il team LCR non possono certo essere soddisfatti dei risultati ottenuti in questa stagione. Alex Marquez ha racimolato 28 punti nelle prime nove gare, Takaaki Nakagami 38, ma entrambi sono ben lontani dalle posizioni di vertice. La prima responsabilità ricade sullo sviluppo tecnico del prototipo 2022 che ha causato non pochi problemi anche ai piloti del team factory, Pol Espargarò e Marc Marquez.
La RC213V non ha rispettato le sensazioni dei test invernali, quando la moto 2022 sembrava in grado di aver compiuto un grosso step sia in termini di potenza che di grip al posteriore. In realtà l’evoluzione invernale ha portato anche a dei grandi scompensi sull’avantreno che ha costretto i tecnici a ricominciare il lavoro quasi daccapo e sotto le indicazioni di Marc Marquez, prima che venisse operato per la quarta volta. “La nuova moto è più potente, più veloce e ha più grip al posteriore – spiega Lucio Cecchinello a ‘Moto Revue’ -. In questo soddisfa le richieste dei piloti. Però durante i test su diversi circuiti, abbiamo scoperto una moto che offre anche meno feeling all’avantreno e gira peggio della precedente”.
Lo stile di guida di Marc Marquez
I tecnici HRC volevano realizzare una moto più facile per tutti i piloti, ma hanno dato vita ad una moto che neppure Marc Marquez riusciva a portare a risultati convincenti. “Essendo un pilota che frena molto forte, ha spinto lo sviluppo per beneficiare di una moto super agile in entrata di curva – aggiunge il boss del team LCR Honda -. Quando si va in questa direzione, però, va a scapito della stabilità del posteriore”.
La RC213V con cui Marc Marquez vinceva era improponibile per gli altri piloti, da qui la scelta di cambiare direzione, anche a causa della lunga assenza del campione di Cervera dopo l’infortunio ad inizio stagione 2020. “Marc ha uno stile di guida molto particolare. Usa molto il freno posteriore per far girare la moto mentre la fa scivolare e ha un modo unico di uscire dalle curve. Ma il resto dei piloti, come Cal Crutchlow, lamentava una moto troppo nervosa, difficile da domare in entrata di curva e priva di aderenza in accelerazione”.
Purtroppo le radicali modifiche apportare al motore, all’aerodinamica, alla distribuzione dei pesi non hanno consentito di fare lo step previsto. Per Lucio Cecchinello è però questione di tempo: “I cambiamenti sono profondi e abbiamo già visto in altre occasioni che serviva più tempo per passare a un nuovo concetto. Né dobbiamo dimenticare che il livello di concorrenza è molto alto… Non è facile entrare nella Top 10”.