Barcellona aveva fatto gridare al miracolo. A Baku invece si è tornati a vedere una Mercedes di nuovo in grossa difficoltà.
A Barcellona, dopo il terzo posto di George Russell e il quarto di Lewis Hamilton in rimonta dall’ultimo dopo l’incidente al via il coro è stato quasi unanime: la Mercedes sta tornando. Tanto che a dirlo era stato anche lo stesso Toto Wolff, facendo capire che cominciava una nuova stagione per la casa di Stoccarda. Le parole poi dei due piloti sembravano di nuovo battagliere, di quelli convinti che davvero con i nuovi aggiornamenti portati in Spagna la situazione poteva portarli di nuovo a battagliare con Ferrari e Red Bull.
I due appuntamenti di Monaco e Baku, seppur due tracciati cittadini, di cui il secondo particolarmente anomalo, hanno riportato la Mercedes sulla terra. Altro che ritorno tra i grandi. La casa tedesca sì è tornata ad essere quantomeno la terza forza del campionato, ma i facili entusiasmi e i problemi sono stati riposti di nuovo in soffitta. E anche con una certa fretta.
Mercedes, punti importanti ma la realtà è un’altra
Nei primi otto GP del 2021 per la casa della stella a tre punte erano arrivate tre vittorie, due secondi posti e 4 terzi posti. Il ruolino di marcia ora recita comunque quattro terzi posti e diversi piazzamenti in top-5. Tanto che la Mercedes è a ridosso della Ferrari in entrambe le classifiche. Ma la realtà dice ben altro. Ossia che è stata brava a sfruttare tutti i problemi capitati a quelli davanti per mantenersi a contatto, in maniera incredibile.
La scuderia anglo-tedesca infatti continua a essere lontana sul giro secco e anche nel ritmo gara da Ferrari e Red Bull. In una gara in gestione come quella di Baku, Russell ha preso 25 secondi da un non irresistibile Perez e 45 da Verstappen, mentre Hamilton quasi 1’10 dal vincitore. Segno che la Mercedes sarà pure la prima delle scuderie “umane”, ma a una vita. Quindi altro che passo in avanti.
Si pensava a Barcellona di aver intrapreso la strada giusta dopo settimane di buio totale nello sviluppo della W13, vettura rivoluzionaria quanto difficile da comprendere ancora. E invece nel lasso di poche settimane si è tornati a definire la Mercedes come una “scatola di merda”, come letteralmente affermato via radio ad Hamilton da Wolff. Termini forti, che racchiudono la frustrazione di un gruppo che sta vivendo uno dei momenti più delicati della sua storia.
Non si riesce a comprendere come migliorare un progetto nato male, ma soprattutto la preoccupazione principale ora è quella espressa dai piloti. Con questo porpoising tornato così evidente c’è il rischio che prima o poi ci si faccia davvero male. Russell ha parlato chiaramente della possibilità concreta di un incidente grave dovuto a questi continui saltellamenti della vettura. Le immagini invece a fine gara di Hamilton fanno capire come, a lungo andare, a rischio sia anche la salute dei piloti stessi, che sono alle prese con movimenti che ne minano la tenuta atletica e possono anche mettere ko per diversi GP per i contraccolpi muscolari e ossei.
Dal Canada capiremo meglio quale sarà la reale situazione in Mercedes, ma l’aria che tira si è tornata a fare pesante. E se non ci saranno novità clamorose, si andrà verso una stagione che sarà decisamente sfiancante, per tutti. Con Hamilton che potrebbe anche dire basta per evitare guai peggiori.