Red Bull, altro che Porsche: potrebbe esserci un clamoroso ritorno

In F1 si corre per il Mondiale 2022 ma l’attenzione è già per il 2026. E per Red Bull ci sono novità importanti sul lato motoristico.

Dopo un inizio difficile, la Red Bull ora si gode il suo momento. E’ stata grande la paura per l’avvio choc della Ferrari, che è sembrata più forte ed affidabile. Poi però, con un grande e certosino lavoro, il team angli-austriaco di Christian Horner si è rimesso in carreggiata, andando prima a vincere a Imola, in casa della Rossa, per poi inanellare una serie di vittorie e podi impressionanti. Merito anche degli errori della scuderia di Maranello, che è incappata pure in una serie di rotture preoccupanti. Ma la Red Bull è stata bravissima ad approfittarne sempre. E ora è addirittura in fuga sia nella classifica piloti che in quella costruttori.

Verstappen su Red Bull (ANSA)
Verstappen su Red Bull (ANSA)

Come è cresciuta la Red Bull? Grazie al lavoro costante degli uomini in azienda, che hanno permesso alla vettura guidata da Max Verstappen e Sergio Perez di tornare innanzitutto affidabile e poi, aggiornamento dopo aggiornamento, di tornare anche davanti come prestazioni rispetto ai rivali. La RB18 è diventata da diverse settimane una vera e propria macchina da guerra, magari non perfetta sul giro secco ma implacabile in gara. E la Ferrari ne sa qualcosa.

Una vettura che, ad oggi, è anche tra le più guidabili del lotto, soprattutto guardando a quell’effetto porpoising che sta affliggendo da inizio stagione un po’ tutte le vetture. Un “problema collaterale” dovuto al ritorno alla filosofia dell’effetto suolo, che ogni squadra sta cercando di combattere su più fronti, ossia con assetti diversi e cambiamenti aerodinamici.

Red Bull, per il motore si torna all’antico

Certo, non sarà il motore Red Bull il migliore del lotto, ma per ora è uno dei più affidabili insieme a quello Mercedes. E tutto questo nonostante da questa stagione abbia preso in mano le redini anche del comparto motoristico, dopo l’addio di Honda. La scuderia ha creato una propria divisione che si occuperà anche del motore, con l’aiuto di diversi tecnici giapponesi che comunque sono stati acquisiti da Brackley.

Da più parti però si parla di un possibile accordo con Porsche o Audi per il futuro, visto che le due grandi case che fanno parte della galassia Volkswagen stanno trattando da mesi con la FIA per il loro ingresso nel mondiale più importante a livello motoristico. C’è però chi invece nelle ultime ore ha paventato per Red Bull un clamoroso ritorno. Ed è quello di Honda.

“Ma come!?”, verrebbe da dire. Dopo un solo anno, già si vuole rientrare? Sarà stato il Mondiale di Verstappen a ingolosire di nuovo i giapponesi? Chissà. Sta di fatto che l’indiscrezione è grossa e ha creato un bel trambusto nel Circus. A raccontarla è stato il giornalista Dieter Rencken, esperto di F1, che a Racingnews365 ha spiegato la situazione: “La Red Bull avrebbe dovuto gestire internamente la questione motore con l’acquisto della proprietà intellettuale della Honda, con l’obiettivo finale di sviluppare i propri motori. Ma il tempo per farlo completamente si è rivelato troppo limitato e quindi la Honda ha accettato di continuare a riparare e fornire i motori, ma senza il badge Honda”.

Ed è qui che arriva il problema, che non riguarda dunque solo l’immediato ma anche il futuro. Perché nel 2026 si cambierà ancora regolamento. Ed è qui che interviene di nuovo la casa giapponese: “L’acquisto della proprietà intellettuale della Honda potrebbe rappresentare un problema per la Red Bull. Perché in queste condizioni la Red Bull non verrebbe vista come un produttore di motori completamente nuovo. Di conseguenza, potrebbe perdere i vantaggi (in termini di sviluppo) che si applicheranno ai nuovi arrivati”.

Bella fregatura, no? Ecco allora che il ritorno di Honda appare più probabile. Tanto che il giornalista parla di un accordo che sarebbe praticamente fatto. Ma viene da chiedersi. Con il ritorno di Honda, questa sarebbe trattata come “nuova arrivata”? O la mossa furba di Red Bull sarebbe comunque penalizzata?

Gestione cookie