Disturbata dal porpoising fino a Baku, in Canada la Mercedes avrebbe trovato il modo definitivo per soffrire di meno i saltellamenti.
I miracoli evidentemente esistono perché a Stoccarda ne hanno appena compiuto uno. Se in Azerbaijan avevamo lasciato Hamilton con la schiena a pezzi, faticare perfino ad uscire dalla sua monoposto, dopo nemmeno una settimana e senza passare dalla fabbrica, la situazione si è ribaltata. Lewis è salito sul podio, Russell ha chiuso quarto e dei sobbalzi poca traccia.
Nel mezzo, l’intervento della FIA per monitorare il fenomeno ed eventualmente suggerire l’aumento dello stacco dal suolo in caso di rilevata pericolosità della vettura.
La Mercedes in lotta per il titolo?
A fronte della prestazione incoraggiante di domenica scorsa a Montreal, il boss della Stella Toto Wolff ha avvisato la concorrenza annunciando un cambio di obiettivi. In pratica, dal sopravvivere, al battagliare per le prime posizioni.
Certo, guardando la classifica il compito è arduo. Il team tedesco è a 188 punti contro i 304 della Red Bull. Un vero e proprio abisso, difficilmente colmabile, a meno di crollo degli austriaci. Tuttavia la Ferrari è a 228 e con un andamento costante potrebbe anche verificarsi il sorpasso.
Per il manager viennese quanto mostrato da Ham e George al Gilles Villeneuve, prova che quel movimento ondivago dell’auto che cresce sui rettilinei è stato eliminato.
Analizzando la problematica il 50enne ha spiegato: “Le wing-car sono semplicemente troppo rigide. Ma ora riusciamo a gestire meglio sia il passaggio sui cordoli, sia gli avvallamenti“.
Ma come hanno fatto i tedeschi a trovare la chiave nel giro di così poco tempo? Stando alle parole del dirigente, osservando le vetture avversarie e le immagini rallentate. Insomma, copiando il set-up di chi patisce di meno questo fenomeno.
“Dovremo comunque trovare il modo per ridurre l’impatto perché più lisce sono le superfici, meno si avvertono i sobbalzi“, ha aggiunto.
Dunque, la maggior preoccupazione dell’equipe che si divide tra Brackley e Brixworth, è diventata materia del passato. Ora sarà cruciale capire come estrarre il massimo del potenziale da una W13 che, a febbraio, nei test del Montmelo, colpì tutti per il suo disegno estremo. “Dovremo cercare di aggiungere carico e downforce su un mezzo che non è più attaccato all’asfalto come previsto. La direzione ormai è chiara. La performance andrà trovata adeguandosi ad una maggiore altezza da terra“.
Il prossimo appuntamento per verificare se in effetti la questione è stata risolta davvero sarà il 3 luglio a Silverstone.