Il project leader Suzuki, Shinichi Sahara, parla per la prima volta dopo l’annuncio dell’addio della Casa di Hamamatsu al Mondiale.
Shinichi Sahara parla per la prima volta dopo l’annuncio dell’addio al campionato da parte della Suzuki. Una decisione impensabile fino a qualche mese fa, ma poi il fulmine a ciel sereno è arrivato nel fine settimana di Jerez per poi diffondersi a macchia d’olio durante il lunedì di test Irta. Il tecnico giapponese ammette di aver provato a far desistere i vertici, ma senza esito.
Difficile restare motivati e tenere alta l’attenzione fino all’ultimo Gran Premio del campionato che si terrà a novembre a Valencia. Ma Livio Suppo e Shinichi Sahara hanno davanti un’impresa ancora più difficile. Inoltre i risultati sembrano non arrivare dopo la notizia bomba esplosa nel paddock, anche se in diverse occasioni si è trattato di incidenti involontari, come quello in Catalunya ai danni di Rins. Nonostante tutto si continua a sperare nel titolo, certi che la GSX-RR 2022 sia un decisivo step avanti rispetto al modello dello scorso anno.
Suzuki e il sogno del ritorno in MotoGP
Joan Mir e Alex Rins non fanno mancare il loro impegno, ma i risultati sembrano deludenti nelle ultime settimane. Coincidenza o conseguenza della scelta aziendale? “Non so se la decisione della Suzuki abbia influito o meno sui risultati – ha spiegato Sahara a ‘Marca -. Da parte mia, non ho mai perso motivazione e credo che tutto il team non l’abbia persa. Certamente cerco di rimanere motivato”.
Fino al Sachsenring sono mancati i risultati da parte dei due piloti, ma nel GP di Assen si va alla ricerca di una svolta che consente di andare in vacanza con un accenno di sorriso. E non è da escludere che un giorno il marchio nipponico possa rientrare nuovamente nel Mondiale. “Per me le corse sono nel DNA di Suzuki. Se esiste l’azienda Suzuki, dovrebbe esistere Suzuki nelle corse. Di conseguenza potrebbe ritornare un giorno nelle corse. È la mia opinione personale”. Magari in MotoE… “Non esiste un piano, non mi dicono niente. Ma puoi immaginare che forse in futuro le corse di moto elettriche diventeranno più importanti”.
Infine Shinichi Sahara ricorda la telefonata che gli ha annunciato la decisione dei vertici, durante il week-end di Jerez. “Non ho pianto, ma mi sono sentito debole. Dopo aver riflettuto per una decina di minuti ho preferito pensare al week-end di gara, ottenere un risultato era la cosa più importante”, ha concluso Shinichi Sahara, che ammette di aver provato a far cambiare idea. “Non posso fornire dettagli su come. Sto ancora cercando di convincere tutti a gestire la situazione nel miglior modo possibile”.