Situazione paradossale in Brasile, dove un ex campione di F1 è stato accusato di aver usato un epiteto razzista ai danni di Lewis Hamilton.
Il mondo della F1 è stato, fortunatamente, sempre molto diverso dal calcio o da altre realtà sportive. I valori che hanno da sempre contraddistinto questa disciplina sono il rispetto e la lealtà, anche se non sono mancate grandi rivalità, ma soprattutto, è il tifo che ha fatto la differenza nella gran parte delle volte.
Più che tifosi, sarebbe corretto chiamarli appassionati, anche se negli ultimi tempi qualcosa sta cambiando e non certo in positivo. L’avvento dei social ha portato alla nascita di miriadi di pagine, dove, spesso e volentieri, chi segue la F1 si scaglia senza troppi problemi contro i piloti o le squadre che non gradisce, gridando a complotti vari e lanciando offese ed accuse.
Il razzismo è uno di quei temi che oggi viene molto discusso in ogni angolo del mondo, e tra i portatori di valori sociali non può non essere menzionato Lewis Hamilton, che di aggressioni di questo stampo ne è stato vittima sin da piccolo. Nel 2008, ai test di Barcellona, fu vittima di un episodio molto spiacevole, quando alcuni tifosi di Fernando Alonso gli dedicarono uno striscione poco felice apponendolo sulla tribuna centrale.
Dal 2020 in avanti, il Circus ha preso molto a cuore le battaglie sociali di Hamilton, soprattutto dopo la morte di George Floyd negli Stati Uniti. La massima serie ha lanciato la campagna “We Race As One”, con le squadre che hanno disegnato degli arcobaleni sulle loro monoposto. Il segnale più importante è arrivato dalla Mercedes, che nelle ultime due stagioni ha gareggiato con la monoposto dipinta di nero, per poi tornare all’argento quest’anno.
Anche Sebastian Vettel ha preso a cuore la difesa dei diritti civili, in particolare quelli della comunità LGBT+, ma anche per la salvaguardia dell’acqua e dell’ambiente. Tuttavia, il Circus è ricco di contraddizioni, visto che dopo tutte queste belle azioni si va a gareggiare in posti come l’Arabia Saudita o il Bahrain, per poi cancellare il Gran Premio di Russia. Ma si sa, ormai è la politica che fa lo sport.
F1, bufera su Nelson Piquet in Brasile
In queste ore, a proposito di razzismo, sta scoppiando un vero e proprio scandalo in Brasile, in particolare ai danni di Nelson Piquet. Si tratta del tre volte campione del mondo di F1, re del Circus nel 1981 e nel 1983 con la Brabham e nel 1987 con la Williams, padre di Nelsinho, divenuto famoso per il crash-gate di Singapore nel 2008 quando guidava la Renault, divenuto poi campione della Formula E nel 2014-2015.
Negli ultimi giorni, è spuntato un audio di Piquet sr. inerente a quanto accadde lo scorso anno tra Lewis Hamilton e Max Verstappen, in particolare in occasione del Gran Premio di Silverstone, quando i due sfidanti per il titolo mondiale 2021 vennero a contatto con l’olandese che ebbe la peggio.
“Il n****etto ha posizionato la macchina in modo che Verstappen non potesse sterzare. Il n****etto l’ha fatto perché sapeva che quella curva non avrebbero potuto farla in due. È stato fortunato che solo l’altra macchina sia andata a sbattere in quella curva. Secondo il mio parere, ha agito in modo sporco e non ci sono scusanti per lui“.
Il commento del tre volte campione del mondo di F1 è venuto fuori per via di quanto accaduto a Juri Vips negli scorsi giorni. Il pilota dell’academy della Red Bull è stato allontanato dopo aver utilizzato degli epiteti razzisti mentre giocava alla playstation. Ricordiamo che Piquet è il padre di Kelly, la fidanzata di Max Verstappen, per cui la storia, senza alcun dubbio, non finirà qui. Vi aggiorneremo, ovviamente, sull’evolversi di una vicenda che al momento sembra solo all’inizio. Una brutta pagina per questo sport.