Al Red Bull Ring il ritorno alla vittoria per Leclerc dopo 5 GP senza podio. E forse anche una sentenza che doveva essere presa dal muretto Ferrari.
Un sollievo, una vera e propria liberazione. Il GP d’Austria per Charles Leclerc e la Ferrari è stato davvero come finalmente mettere fine a un lungo momento di difficoltà iniziato a Imola e proseguito per due lunghi mesi, dove si sono alternate buone cose a dei veri e propri drammi sportivi, che hanno ricacciato la Rossa indietro nella corsa al Mondiale. La vittoria di Carlos Sainz Jr a Silverstone era stato il primo squillo della riscossa, ma al Red Bull Ring si aspettava fortemente che questo arrivasse anche dal monegasco, il pilota che più di tutti sembra poter ambire al Mondiale. E finalmente il segno è arrivato.
E’ stata dura, ma Leclerc ce l’ha fatta a mettere fine a un periodo nero, cominciato sì a Imola ma realmente partito con il ritiro a Barcellona mentre era saldamente in testa al GP. Da quel momento in poi per il fenomeno della Rossa solo bocconi amari, come a Montecarlo, dove la sciagurata tattica del box gli ha negato non solo la vittoria ma anche il podio. A Baku l’ennesima rottura mentre era in testa, mentre in Canada, per la sostituzione del motore, la rimonta si è fermata solo al 5° posto. Per non parlare poi di Silverstone, dove nuovamente la decisione poco comprensibile al muretto di lasciarlo fuori con le gomme dure mentre gli altri mettevano le morbide dopo la safety car lo ha praticamente dato in pasto agli avversari.
Sainz e quell’aiuto arrivato a Leclerc e Ferrari
Stavolta però in Austria è andato tutto come doveva andare, anche se col brivido finale del problema all’acceleratore che per alcuni lunghissimi minuti ha tenuto col fiato sospeso non solo lui ma anche la Ferrari. Tutto sembrava ripetersi come copione, ma stavolta la buona sorte ha deciso di non voltare le spalle al numero 16, che subito dopo si è liberato di tutta la tensione accumulata con un urlo incredibile. Sì, perché sono state settimane difficili per lui, che dopo un inizio folgorante aveva cominciato subito a credere possibile il sogno iridato.
Da Imola per Leclerc tutto è diventato terribilmente complicato e i numerosi problemi che si sono posti sulla sua strada non hanno fatto altro che creare un nervosismo che poi si è riversato anche sulla Ferrari. E ad alimentare il tutto è stato anche Carlo Sainz Jr, con la sua naturale quanto comprensibile ambizione di raggiungere la prima vittoria con la Rossa dopo un inizio di stagione tremendo. Il box non ha fatto altro che alimentare questa tensione, con scelte poco comprensibili, che hanno portato sì alla vittoria dello spagnolo ma anche al ritorno in corsa per il Mondiale dello stesso.
Binotto anche alla vigilia del GP d’Austria ha affermato come la sfida tra i suoi due piloti sia aperta e che non ci siano ancora ordini di scuderia. Ma a dire il vero doveva capire anche che la pista aveva parlato chiaro e che se non fosse stato per i problemi tecnici e tattici, il monegasco era chiaramente il “prescelto”. Invece ha lasciato rientrare clamorosamente Sainz, cosa che non ha giovato sul morale già sotto i tacchi di Leclerc. In Austria però forse per il monegasco è arrivato un regalo “inaspettato”.
Già nella Sprint Race il duello tra i due ha mostrato la forza di Leclerc, ma è stata la gara della domenica a fare il resto. Il ritiro di Sainz, seppur sanguinoso in chiave Costruttori ma anche piloti (poteva infatti togliere altri punti a Verstappen), ha forse messo una parola fine ai sogni di gloria dell’iberico. In pratica la pista ha deciso quanto non si vuole fare dal box. Ora però starà a Binotto e soci confermarlo già dal GP di Francia. Se tutto gira bene, senza intoppi, Leclerc si è dimostrato un cannibale. Perché allora creargli altri problemi inutili? Vedremo se la lezione austriaca sarà servita o meno.