L’ultima parte del GP d’Austria della Ferrari è stata particolarmente densa di emozioni. Il team principal Binotto rivela il retroscena.
In una gara che sembrava andare a gonfie vele per la Ferrari, la sfortuna ci ha messo lo zampino. Dal giro 57 fino a quello decisivo, il 71esimo è stato un continuo di imprevisti. Prima l’improvviso ko di Sainz con l’auto che andava a fuoco, poi il problema all’acceleratore sulla monoposto di Leclerc.
Nello spazio di pochi minuti, la Rossa ha rischiato la catastrofe al Red Bull Ring. Da potenziale autrice di una doppietta, al ritiro con entrambi i piloti. Per la gran gioia dei tifosi e del muretto del Cavallino, la peggiore delle ipotesi non si è verificata e almeno il monegasco il traguardo lo ha visto e prima degli altri.
Tutto è bene quel che finisce bene, quindi, ma per chi la corsa l’ha osservata dal box è stata più faticosa di una maratona.
Binotto rivela il suo timore: ecco cos’ha fatto in Austria
Non appena sceso dalla macchina, il #16 ha affermato di aver provato un grande stress nell’abitacolo in quanto la macchina danneggiata era difficile da gestire, specialmente alla curva 3. E se lui era agitato il boss Mattia Binotto lo era ancora di più.
“Ammetto di essere stato molto nervoso in quelle fasi“, le sue parole riportate da F1i.com. “Ero dispiaciuto per quello che era successo a Carlos, ma anche per quanto poteva capitare a Charles, tanto che le ultime tre tornate non le ho volute guardare!”.
Solitamente compassato e mai sopra le righe, questa volta il manager italo-svizzero ha mostrato il suo lato più latino. Entrando nello specifico della falla sua vettura del vincitore del round austriaco, il 52enne ha paventato noie meccaniche, piuttosto che elettriche.
“Dobbiamo ancora ricevere conferma, ma dalle prime verifiche sembra più un crollo meccanico“, ha dichiarato.
E in ottica Francia, pensando ad un nuovo confronto con Verstappen, l’ingegnere ha individuato un elemento che potrebbe aiutare Maranello. “In Stiria la velocità nostra e della RB18 è stata similare, mentre per quanto concerne la gestione del degrado gomme noi siamo andati meglio sia nella mini-gara del sabato, sia ancor di più nell’evento domenicale, quando siamo stati in grado di mettere pressione a Max nelle battute iniziali, obbligandolo ad accelerare e a consumare le coperture”, ha argomentato. Dopo undici round la Ferrari è seconda tra i costruttori con 303 punti contro i 359 della Red Bull.