Il quindici volte iridato Agostini riflette sul campionato di MotoGP in corso e svela un suo colloquio con Marquez di cui è grande tifoso.
Per anni è caduto a ripetizione restando illeso, poi un bel giorno nella sua Spagna Marc Marquez si è fatto male. Dal 2020 per lui è cominciato un calvario. Quattro operazioni al braccio destro, la diplopia, assenze e ritorni nel motomondiale con scarse chance di essere competitivo come prima. Lui con fatica ha cercato di trovare la quadra, non riuscendosi, specialmente nelle poche gare disputate nel 2022 prima di un nuovo annunciato ritiro temporaneo a partire dal GP del Mugello, sua ultima apparizione finora.
Nel paddock si vocifera che il comeback arriverà prima del 2023 preventivato, di certo l’asso di Cervera non potrà fare un granché visto che il feeling con la nuova RC213V non è mai scattato.
Agostini e il suo pensiero su Marquez
Tra coloro che si augurano di rivederlo in sella in tempi brevissimi il gran maestro delle due ruote Giacomo Agostini. “Spero che ci riesca perché è un pilota che dà sempre il 100%. a me piace molto così come Quartararo. Tra l’altro se mi vedono anche in griglia di partenza, non mancano mai di salutare“, ha dichiarato a Il Corriere dello Sport.
E appunto per questa vicinanza umana con l’iberico, il fresco 80enne una volta gli avrebbe detto preoccupato: “Con certe scivolate alla mia epoca saresti già morto cinque volte“.
Commentando invece l’andamento del Mondiale in corso, orfano di un vero e proprio matador, Ago ha esaltato la bellezza dell’assistere a corse movimentate e non scontate, ma con qualche perplessità. “E’ sicuramente interessare vedere vincitori differenti, però manca non avere qualcuno capace di fare cose che altri non sono in grado. Gente come Cassius Clay, Eddie Merckx, Maradona, Valentino Rossi o io stesso. Non credo che chi ha spesso la meglio finisca per stancare. Anzi attrae il pubblico e lo fa innamorare“, ha sostenuto negando il classico refrain che troppi successi fanno diventare insopportabile chiunque.
Infine virando il discorso sulla tecnica, Mino ha bocciato in toto i bolidi attuali, troppo potenti a suo avviso. “Non è quello che crea spettacolo. Al contrario rende tutto più pericoloso. Con meno cavalli ci sarebbero un maggior numero di sorpassi, come succede in Moto2 e in Moto3. Inoltre ci si diverte di più quando è il corridore a doversi gestire, anziché dipendere dall’elettronica“, ha concluso la riflessione.