In una intervista, un ex pezzo grosso di Honda è tornato sui fatti di Jerez 2020 e sulla gestione dell’infortunio di Marc Marquez.
Nonostante la MotoGP sia in vacanza, prima del ritorno in pista che sancirà l’inizio della seconda parte della stagione, ci sono alcuni temi che ancora fanno discutere nel paddock. Dalle regole per le prossime stagioni, con l’aerodinamica eccessiva che è stata messa sotto accusa dai piloti e non solo, fino ad arrivare al mercato, visto che ancora ci sono diversi posti liberi per il 2023. Calde sono le questioni riguardanti il prossimo compagno di Pecco Bagnaia in Ducati ma anche chi affiancherà il prossimo anno in Honda ufficiale Marc Marquez, visto che Pol Espargarò non è stato riconfermato.
C’è da dire però che al momento la Honda ha altri problemi a cui pensare. A partire da una moto ancora troppo acerba e che quest’anno non ha ancora ottenuto risultati rilevanti. Ma soprattutto ha perso la sua guida per lo sviluppo, ossia Marquez, costretto di nuovo a fermarsi per l’ennesima operazione al braccio destro infortunato a Jerez 2020 e che ancora lo stava condizionando nella guida in questo primo scorso di annata. Da quando poi il talento di Cervera ha deciso di fermarsi, per la casa giapponese sono arrivati i risultati peggiori nella classe regina dal 1982. Tanto che ora è costretta a “tifare” per un suo ritorno lampo entro il finale di stagione.
Suppo e l’infortunio di Marc Marquez
Sotto accusa però non è solo Honda ma come Marquez e il suo entourage, oltre al team, hanno gestito il suo infortunio. Nel mirino il ritorno in pista immediato dopo la caduta di Jerez, solo una settimana dopo. Con i risultati che poi tutti conosciamo, con l’inizio del lungo calvario per il pilota spagnolo. E a dire la sua è stato uno che la Honda la conosce bene, quel Livio Suppo, ex team manager, ora rientrato in MotoGP con la Suzuki.
“Se io Se fosse stato in Honda, avrei fatto di tutto per impedire a Marc Marquez di tornare a Jerez per correre il fine settimana dopo la caduta – ha confessato a Todocircuito -. Quando ho saputo che sarebbe tornato ho pensato che fosse una decisione folle. L’avrei detto. La sua salute era la priorità assoluta. Quindi, dall’esterno, è difficile capire perché lo abbiano lasciato correre”.
Ma non è l’unico aspetto su cui Suppo è stato fatto intervenire in merito alle questioni in casa Honda. Infatti si è messo anche in discussione la lunga permanenza di Dani Pedrosa, che ha affiancato Marquez per diversi anni: “E’ rimasto in Honda e a volte siamo stati criticati per averlo tenuto, ma Dani ha vinto una o due gare all’anno. In quel momento era molto difficile sostituire Dani e, con tutto il rispetto, non è stato facile trovare un secondo pilota per il team“, ha ammesso.
E proprio sulla gestione dei piloti ha aggiunto: “Sia in Honda che in Ducati ho cercato di gestire le cose come se la squadra fosse mia, come se fossi il proprietario e non il direttore o dirigente o qualsiasi altro nome che diano alla mia posizione. Quello che devi fare è non fare amicizia con i piloti, penso che da team manager devi trovare un equilibrio tra un buon rapporto e l’amicizia, per ragioni prima o dopo la fabbrica vorrà fare dei cambiamenti, e se c’è l’amicizia è più difficile”.