Nelle ultime ore su Max Biaggi sono piovute addosso accuse pesanti riguardo al suo passato. E il romano su FB ha risposto per le rime.
Se c’è una cosa che manca a Max Biaggi è la passione per le due ruote. Quattro volte campione del mondo con la 250, due volte campione Superbike, al pilota romano è mancato l’acuto solo nella classe regina, dove però sfiorò il colpaccio alla sua prima stagione nel 1998, quando perse solo nel finale il duello con un altro campione come Mick Doohan per vicende anche molto controverse. Nonostante questo però è rimasto nella storia del motociclismo per essere stato il primo e unico finora a vincere così tanti titoli (e consecutivamente) nella classe di mezzo del Motomondiale, oltre ad essere stato il primo italiano ad aver trionfato tra le derivate di serie.
Ma non è tutto: infatti Max con lo statunitense John Kocinski condivide il fatto di essere riuscito a vincere un campionato mondiale sia con motociclette prototipo sia con le derivate dalla produzione. E se non si entra nella storia con questi numeri, come è possibile farlo? Magari con altri record, quelli di velocità con una moto elettrica, che ha stabilito proprio negli ultimi anni. E in sella a una moto proprio non smette di stupire. Infatti, oltre a questa avventura e a quella di team manager nel Motomondiale con il suo team, è impegnato con Aprilia per lo sviluppo della moto da Superbike.
Detto questo però a Biaggi non manca neanche la schiettezza, il suo essere sempre diretto. Un particolare che, nel paddock, non lo ha reso troppo simpatico. Basti ricordare il lungo duello, non solo in pista ma anche verbale, con Valentino Rossi, svelato in quasi ogni suo aspetto proprio dal romano nella sua biografia e anche in tempi recenti.
Nelle ultime ore è scoppiato un nuovo caso che vede protagonista il pilota romano e che riguarda una delle sue esperienze in Superbike, serie in cui sbarcò nel 2007 con Suzuki, arrivando all’esordio in terza posizione in classifica generale. Un’esperienza quella col marchio giapponese che durò per una sola stagione, visto che il team non poteva permettersi uno stipendio come il suo, complice anche l’abbandono dello sponsor principale.
Per questo nel 2008 si accordò con il Team Sterilgarda del manager-pilota Marco Borciani, dopo che l’ipotesi di un ritorno in MotoGP con il team Honda Gresini svanì sul più bello. Una sola annata con la Ducati 1098R e piena di problemi per Biaggi, che chiuse con 7 podi (3 secondi e 4 terzi posti) e il settimo posto in classifica generale, migliore dei privati. E proprio su questa stagione è tornato nelle scorse ore Borciani, che in un’intervista a Corsedimoto ha definito “un incubo” la gestione di Max Biaggi. La risposta però non si è fatta attendere, con il pilota romano che in un lungo post sul suo profilo Facebook ha raccontato per filo e per segno cosa accadde in quel 2008.
Biaggi, nuova rivelazione sul suo passato in Superbike
Un’annata che prometteva in realtà molto bene perché, come confessato dal 6 volte campione del mondo, il primo approccio durante i test in Australia fu davvero incredibile. Addirittura il romano ha ammesso che in una simulazione di gara concluse con un tempo inferiore di 4 secondi rispetto a quello ottenuto nella gara vinta nell’anno precedente da Troy Bayliss con la vecchia moto ufficiale e anche il suo tempo sul giro secco fu migliore della pole position fatta sempre da Bayliss nel 2007, “esattamente di quattro decimi”. Poi però iniziarono i problemi.
Infatti in Qatar il motore Ducati, che viaggiava a 11500 giri/min, fu depotenziato di 500 giri/min per un “presunto problema strutturale sugli alberi a camme”. Il debutto nel Mondiale fu ottimo, con un secondo ed un terzo posto, mentre in Australia arrivò una caduta pazzesca in gara 2 che lo costrinse a rimanere fuori per un po’ di tempo. Ma c’è un particolare che Biaggi racconta. Infatti tornò a Valencia a 21 giorni dall’infortunio e nelle prime libere cominciò a notare che qualcosa nella sua Ducati non andava. E dopo qualche giro, anche per il dolore, decise di non rischiare.
Ma è qui, dopo questo nuovo approccio con la moto, che fece una scoperta choc: “Il mio capotecnico, dopo vari tira e molla, finalmente ammise che l’allora Direttore Generale di Ducati Corse Filippo Preziosi, gli aveva ordinato di inserire una mappa specifica, che toglieva tra i 15 ed i 18 CV su tutto il l’arco di utilizzo. Questo perché era necessario che a vincere fosse un solo pilota, altrimenti il regolamento avrebbe penalizzato la 2 cilindri”.
In pratica Biaggi si ritrovò per le mani “un cancello”, come lui stesso ha ammesso. Tutto questo per evitare penalizzazioni a tutte le Ducati: “La moto che io avevo provato in Australia era assolutamente vincente, in quanto sinceramente aveva un vantaggio in termini di cilindrata eccessivo. Per questo motivo, per poter vincere il mondiale era necessario penalizzare le moto clienti. Se il podio fosse stato monopolizzato dalle 2 cilindri, l’applicazione del regolamento avrebbe ridotto il vantaggio prestazionale dalla Ducati 1098″. Ma non è tutto, infatti Max poi rilancia, accusando a sua volta Borciani, reo di non aver difeso “gli interessi della sua squadra, dei suoi sponsor ed evitare che la moto di un suo pilota si trasformasse in una stufa”. Ma non solo: “Ancora oggi finge di non conoscere la verità. Eppure era anche lui presente a tutti i nostri meeting”, le parole di fuoco del romano.
E a conferma delle sue accuse, Biaggi riporta quanto accaduto nel finale di stagione, quando ormai Bayliss era quasi campione del mondo: “Sulla mia moto il limitatore venne spostato a 12250 giri/min. Il tutto senza alcuna modifica strutturale! Quello stesso motore ora poteva sopportare 1250 giri/min in più”. Dunque con una moto del genere avrebbe non solo lottato per la vittoria ma anche per il Mondiale. Ma per fortuna in suo soccorso arrivò l’Aprilia, che gli affidò il progetto della RSV4. E sappiamo tutti come è andata.