La Ferrari deve risolvere la questione affidabilità, e le temperature altissime attese al Paul Ricard possono essere un guaio molto serio.
Il Gran Premio di Francia sarà fondamentale nell’economia delle ambizioni iridate per la Ferrari. Charles Leclerc ha vinto da dominatore in Austria, azzannando la Red Bull sul suo tracciato di casa, con Max Verstappen che ha però limitato i danni chiudendo secondo con il giro veloce, il tutto dopo aver trionfato nella Sprint Race del sabato.
Il Cavallino, ancora una volta, non può dirsi del tutto soddisfatto, dal momento che una doppietta a portata di mano è saltata per l’esplosione della power unit sulla monoposto di Carlos Sainz. Dopo quelli di Leclerc a Barcellona e Baku, quello che ha colpito lo spagnolo è stato il terzo cedimento dell’unità propulsiva prodotta a Maranello, il famoso Superfast che si è dimostrato molto fragile, forse fin troppo.
La F1-75 sta dimostrando delle doti velocistiche assolutamente eccezionali, ma le gare vanno terminate e questo ormai sta diventando un grosso problema. La Ferrari dovrà sfruttare la pausa estiva, dalla durata di quasi un mese, per cercare di trovare una soluzione, anche se non sarà affatto semplice considerando che, da regolamento, le fabbriche dovranno restare chiuse per ben due settimane.
Leclerc deve limare 38 punti di distacco da Verstappen, ma visto che manca metà stagione c’è ancora tutto il tempo per provarci, a patto che la Rossa inizi a marciare come un orologio. Le prossime due piste, ovvero quella del Paul Ricard e soprattutto dell’Hungaroring, saranno favorevoli, almeno sulla carta, alla Scuderia modenese, che non può sbagliare più nulla.
Il sogno, dopo le vittorie di Silverstone e Spielberg, è quello di servire il poker di vittorie in questo rovente mese di luglio, con le quattro vittorie consecutive che sono ormai un miraggio da un periodo di tempo lunghissimo. L’ultima volta avvenne infatti nel 2008, dal GP della Malesia a quello della Turchia, quando Kimi Raikkonen e Felipe Massa fecero saltare il banco in continuazione.
Da quel momento in poi, in un solo caso sono arrivate tre affermazioni consecutive, in particolare nel 2019 con Leclerc padrone in Belgio ed in Italia, seguito dal successo con annessa doppietta di Sebastian Vettel a Singapore. Appare chiaro che sia ormai giunto il momento per aggiornare le statistiche, ma per riuscirci tutto dovrà funzionare alla perfezione.
A Le Castellet, il Cavallino non vince dal 1990, quando Alain Prost beffò la Leyton House di Ivan Capelli a due giri dalla fine, approfittando di un guasto alla monoposto progettata da Adrian Newey che si dovette accontentare della seconda piazza. L’ultimo successo in Francia risale alla doppietta Massa–Raikkonen del 2008, che fece seguito a quella dell’anno precedente, ma a ruoli invertiti.
La Francia è stata terra di conquista per la Scuderia modenese, con Michael Schumacher trionfatore nel 1997, 1998, 2001, 2002, 2004 e 2006. Dall’ultima volta in cui la Rossa si è imposta in terra transalpina sono ormai trascorsi 14 lunghi anni, e domenica ci sarà una grande occasione per tornare lì davanti.
Ferrari, il caldo può essere un pericolo per la Rossa
Per il Gran Premio di Francia sono attese delle temperature infernali, con l’aria che potrebbe sfiorare se non superare i 33-34 gradi. La Ferrari, in questo senso, potrebbe avere un discreto vantaggio sulla Red Bull in termini di gestione gomme, vista la grossa crisi in cui è piombato a Spielberg Max Verstappen ma con un clima decisamente più fresco.
Tuttavia, il caldo estremo potrebbe riservare brutte sorprese alle squadre in termini di affidabilità, e la Scuderia modenese è forse quella messa peggio da questo punto di vista. L’Head of Aero Development della Ferrari, Diego Tondi, ha spiegato in un’intervista quella che sarà la configurazione aerodinamica che adotterà la F1-75 per “respirare” al meglio.
“Abbiamo deciso di adoperare un livello di bodywork cooling medio alto, agendo sull’apertura delle branchie presenti sulla parte superiore del cofano motore, e lavoreremo sulle prese dei freni per massimizzare il rim cooling, cioè la capacità di tirare fuori il calore dalle gomme“.
Viste le caratteristiche di questa pista, avremmo comunque deciso di adottare una configurazione molto simile, per contribuire al massimo alla gestione dell’usura pneumatici, ma le alte temperature ambientali renderanno questa scelta praticamente obbligatoria. Per quello che riguarda i freni, su questa pista non ci sono delle staccate particolarmente severe, quindi dal punto di vista del raffreddamento di queste componenti la gara del Paul Ricard non rappresenta un elemento di preoccupazione per noi e per le altre squadre“.
La configurazione aerodinamica sarà di medio carico, per evitare di andare a perdere troppa velocità sui rettilinei. Il Mistral è infatti un punto di sorpasso piuttosto importante, anche se rispetto ad altre categorie, in F1 viene intervallato da una Chicane che diminuisce la velocità delle monoposto. Molto insidioso è il terzo settore, con diverse curve in appoggio che potrebbero accelerare il degrado delle gomme. La pista è tra le più tecniche del campionato, anche se i piloti non sono certo affezionati per via della struttura piatta e priva di saliscendi e tratti entusiasmanti.