Una grave perdita ha colpito il circus della MotoGP. Un pilota del passato infatti è venuto improvvisamente a mancare. E’ terribile.
La storia del Motomondiale passa per imprese e piloti davvero incredibili, che sono entrati nel cuore dei tifosi e poi nel mito. Basti pensare ad esempio a Giacomo Agostini, fresco 80enne, che con i suoi 15 titoli iridati è ancora irraggiungibile. E poi come non pensare a Valentino Rossi, che a un anno dal suo ritiro è ancora il più acclamato dalle folle di tutto il mondo sui circuiti del campionato iridato, dove ora corrono gli allievi della sua Academy. ma sono tanti altri i piloti che hanno lasciato il segno.
Ma la storia del Motomondiale, ma in generale della gare di motociclismo, è fatta anche di tanti comprimari, piloti magari non dal nome altisonante ma che hanno contribuito a dare spettacolo al pubblico con le loro gare, alcuni addirittura dimenticati ma che per i loro Paesi hanno scritto comunque delle pagine importanti su due ruote. E uno di questi è Günter “Schirni” Schirnhofer, morto all’età di 74 anni proprio in questi giorni.
Una storia vissuta in pratica sempre su due ruota quella del tedesco, che già all’età di cinque anni fu messo in pista per correre. Si spostò da Friburgo a Weil am Rhein perché suo padre lavorava per le ferrovie e abitò a lungo nella cittadina del Baden con circa 30.000 abitanti nell’estremo sud-ovest della Germania, direttamente nel triangolo di confine tra Germania, Svizzera e Francia.
MotoGP: Schirnhofer, dai box alla pista (fino all’hotel)
Schirnhofer, dopo aver lavorato come macchinista, accompagnò Hans Marx facendogli per due anni come meccanico alle gare motociclistiche all’età di 17 anni. Ma Schirnhofer non voleva solo avvitare, riparare e mettere a punto le moto: lui voleva davvero correre, mettersi in gioco con gli altri piloti, raggiungere la fama. Perché credeva davvero di valere quei ragazzi che vedeva tutti i weekend sulle moto da corsa.
La sua prima gara fu nel 1967 sull’Avus di Berlino, all’epoca un circuito che presentava una curva sopraelevata come quelle della vecchia Monza. All’inizio gareggiò per due anni con una licenza svizzera perché viveva davvero vicino al confine, e lo fece con la sua Kreidler 50cc, con la quale si classificò al secondo posto assoluto nel campionato nazionale. Un bel viatico per la sua carriera internazionale. Infatti Schirnhofer si distinse su vari circuiti, come ad Hockenheim nel 1985. Inoltre divenne campione europeo nella nuova classe 80cc, che aveva sostituito la classe 50cc nel campionato del mondo 1984. Il miglior piazzamento nel Mondiale è stato il sesto posto. Nel Campionato Europeo 80cc, Schirnhofer finì quarto nel 1987 e abbandonò le corse quando nel 1989 questa classe fu eliminata.
E proprio come campione europeo, Schirnhofer divenne un vero eroe in patria, tanto che il suo paese Weil am Rhein lo votò sportivo dell’anno. Fu grande amico del quattro volte campione del mondo Stefan Dörflinger, nato nella Foresta Nera tedesca e poi vissuto nell’area svizzera di Basilea e che confessò di aver comprato la sua mia prima moto da corsa proprio da lui. Appeso il casco al chiodo, dal 1993 al 1995 ha accompagnato il pilota svizzero Niggi Schmassmann come meccanico nel Campionato del Mondo 500cc.Poi ha deciso di cambiare completamente vita, finendo per gestire un albergo con la moglie, morta nel 2019.