La gara francese è una delle più amare per Leclerc e la Ferrari. Ma il monegasco c’è, anche nei pensieri. E l’esempio di un suo collega fa capire che può farcela.
Il testacoda, l’imprecazione, poi dei lunghi secondi in cui si sente solo il suo fiato corto, poi un urlo che ancora oggi risuona nelle orecchie dei suoi fan e di quelli della Ferrari. Charles Leclerc nel GP di Francia ha forse toccato il momento più duro della sua stagione. Perché l’ennesimo zero sulla casella dei punti, con il contemporaneo successo del rivale e leader della classifica generale Max Verstappen ha quasi il segno di un colpo da ko. Perché ora andare a recuperare 63 punti all’olandese in 10 gare non è una mission impossible ma quasi.
Quello che fa impressione è il copione vissuto in questo weekend al Paul Ricard, che ricalca purtroppo quello già visto in altri appuntamenti di questo 2022. Una Ferrari molto competitiva, superiore alla Red Bull in qualifica ma quasi alla pari in gara, con un Leclerc che prova subito a fare da lepre, che resiste alla pressione dell’olandese che almeno delle prime dieci tornate sembra andare più forte e che poi trova anche l’allungo che lo fa respirare, almeno per un po’.
Ma nel momento clou, quello che può decidere la corsa, ecco che, se non interviene il box a fare i danni o l’inconveniente tecnico, ci si mette anche l’errore umano. Perché stavolta questo è stato, un banale sbaglio dovuto alla foga da parte del pilota, che per dare il tutto per tutto nel giro di rientro per il pit stop e magari guadagnare quei decimi che gli permetterebbero di ritornare davanti esagera e viene punito in maniera pesante dalla sorte.
Quell’urlo via radio è il segno della frustrazione che il monegasco della Ferrari sta vivendo in questo momento ma anche da tutta la stagione. Dopo anni di bocconi amari, ha la macchina giusta finalmente per coronare il suo sogno, quello di vincere un Mondiale. E per di più contro uno dei suoi avversari di una vita, quel Max Verstappen che lo ha preceduto in F1 ma che ora è lì, pronto per essere attaccato come un tempo. Ma non solo, perché ha anche la macchina più veloce. Peccato che siano fattori “esterni” a rendergli il percorso così complicato.
Leclerc, rabbia sì ma anche maturità
L’errore al Paul Ricard c’è stato, è innegabile, ma va anche concesso forse a un ragazzo che ha una voglia matta di arrivare. Anche perché quello che sta vivendo lui ora, lo ha vissuto in precedenza anche lo stesso Verstappen. Per diverse stagioni l’olandese, arrivato in Red Bull comunque giovanissimo, ha dovuto accontentarsi delle briciole lasciate dalla imbattibile Mercedes. Ma non tutte le occasioni che gli si sono poste davanti son ostate sfruttate, anche per errori suoi e del muretto box. Solo lo scorso anno ha vissuto realmente una stagione in cui la chance iridata è stata reale. E l’andamento del 2021 è stato lastricato di momenti ok ma anche di errori clamorosi e di nervosismo eccessivo, che ha pesato e non poco nella corsa iridata. E se non ci fosse stato quell’incidente di Latifi nel finale di Abu Dhabi, probabilmente staremo parlano di un Mondiale possibile ma sfumato anche per colpe dell’olandese.
Già l’ammissione a fine gara di essere lui il principale responsabile di quanto accaduto finora fa onore a Leclerc, che per una volta ha voluto decisamente tirare fuori la Ferrari dal discorso occasioni perse in questa stagione. Fa capire come abbia capito che la serenità del gruppo venga prima di tutto e che tensioni interne non fanno altro che male in una corsa al Mondiale così serrata. Ma fa capire anche come sia cosciente che debba migliorare sotto questo aspetto e che non debba fare altro che lavorare e basta. Perché solo così e con l’esperienza potrà arrivare a realizzare quanto sognato per una vita. E se c’è riuscito un fenomeno come Verstappen, può riuscirci anche lui, il “predestinato”.