Ferrari, clamoroso déjà vu in Ungheria: può tornare la maledizione 2018

La Ferrari arriva in Ungheria con tanta voglia di rifarsi, ma c’è un qualcosa che non fa presagire nulla di buono. Ecco il motivo.

Il Gran Premio di Ungheria segnerà l’ultima tappa per il mondiale di F1 targato 2022 prima della pausa estiva. Per le squadre sarà poi tempo di andare in vacanza, con le fabbriche che da regolamento resteranno chiuse per ben due settimane. La Ferrari ha l’obbligo di chiudere la prima parte di stagione con una vittoria, anzi, Mattia Binotto ha parlato perfino di doppietta, consapevole di quanto vada forte questa monoposto.

Ferrari F1-75 (ANSA)
Ferrari F1-75 (ANSA)

L’Hungaroring, sulla carta, dovrebbe essere terreno fertile per la Rossa, che ormai si ritrova con le spalle a muro dopo il suicidio di Charles Leclerc in Francia. Questo pilota ha fatto a lungo le fortune del Cavallino ed è un campione annunciato, ma al Paul Ricard ha probabilmente dimostrato che non ha ancora raggiunto la giusta maturazione per poter battere un computer come Max Verstappen.

Anche l’olandese, nei suoi primi anni di carriera, commetteva gravi errori, ma c’è da dire che all’epoca non aveva di certo una macchina al livello della Ferrari che ha in mano Leclerc. Andare a sbattere mentre si è primi è sempre piuttosto difficile da accettare, anche se la strategia ha comunque avuto un impatto su quanto accaduto.

Quando Super Max è rientrato ai box per cercare l’undercut, bastava marcarlo rientrando immediatamente al giro dopo. Gli strateghi, condotti dal solito Inaki Rueda, hanno nuovamente fatto di testa loro optando per la via più complicata, portando Charles a spingere fin troppo con una gomma Media ormai giunta a fine vita.

Ovviamente, è bene sgombrare subito il campo dagli equivoci. L’errore del pilota è inequivocabile, perché tutti spingono al massimo prima di rientrare ai box e difficilmente commettono errori del genere, ma se il Cavallino può complicarsi la vita state certo che lo farà. Ormai è così da troppi anni, e la scusa della squadra giovane che è in procinto di crescere ormai non regge più.

Anche il pit-stop finale di Carlos Sainz non ha alcun senso, visto che Pierre Gasly, pilota dell’AlphaTauri, aveva montato le gialle nello stesso giro dello spagnolo, arrivando a fine gara senza alcun problema. Ovviamente la Rossa è una monoposto che ha il triplo del carico aerodinamico della monoposto di Faenza, per cui mette molta più energia sugli pneumatici, ma vedendo il passo di Carlitos è difficile pensare che quella mescola non sarebbe arrivata al traguardo.

La Rossa ha gettato al vento l’ennesimo podio chiamandolo ai box, e Sainz stesso è apparso piuttosto contrariato a fine gara per il timing della sosta. Evidentemente, a Maranello c’è una grande confusione, quasi come se non si aspettassero di poter avere tra le mani una monoposto così forte.

Come avevamo detto in passato, avere un’auto competitiva non basta per vincere se tutto il contorno non è all’altezza, a meno che non si abbia a disposizione la Mercedes dei tempi d’oro che aveva oltre un secondo di margine sui rivali, e con la quale perdere le gare era davvero un’impresa storica.

Ferrari, fantasma della pioggia in Ungheria

Quanto accaduto domenica scorsa con Charles Leclerc in Francia ha ricordato a tutti i tifosi della Ferrari quello che successe a Sebastian Vettel nel 2018 in Germnaia. Anche in quel caso il tedesco, dopo aver fatto segnare la pole position, era sempre stato in testa alla corsa, ma andò a sbattere alla curva Sachs mentre era in testa regalando la vittoria a Lewis Hamilton.

Come in questa stagione, la gara in cui un ferrarista ha commesso l’errore era la penultima prima della pausa estiva, precedente di una settimana rispetto al Gran Premio di Ungheria. All’epoca, Vettel arrivò a Budapest con 17 punti di ritardo da Hamilton, mentre Leclerc ci arriverà con un pesantissimo -63 dalla Red Bull di Max Verstappen.

Nelle ultime ore stanno facendo discutere quelle che sono le previsioni del meteo, che danno un rischio di pioggia di quasi il 100% per le qualifiche del sabato. Come nel 2018, la Ferrari è obbligata a vincere in Ungheria, ma il diluvio nelle prove ufficiali potrebbe davvero scombinare i piani.

Quattro anni fa, le Rosse di Vettel e Kimi Raikkonen apparivano imprendibili con l’asciutto, ma l’acqua che scese nel corso delle qualifiche regalò la doppietta in qualifica alle Mercedes di Hamilton e Valtteri Bottas, una sorta di ipoteca sulla vittoria. In effetti, il sette volte campione del mondo si involò sin dal via, mentre il finlandese passò la gara a fare da tappo sulle Rosse, resistendo fino a pochi giri dalla fine, quando il tedesco riuscì ad infilarsi portandosi a casa la piazza d’onore davanti al compagno di squadra.

In questa stagione, abbiamo visto che la pioggia favorisce nettamente la Red Bull. Verstappen è stato imprendibile nelle qualifiche di Imola ed in Canada, mentre a Silverstone ha dovuto rinunciare alla pole position solo per via del testacoda di Leclerc nel giro decisivo che ha provocato la bandiera gialla, costringendolo a cedere il miglior tempo a Carlos Sainz. Una qualifica bagnata sarebbe davvero un disastro per il Cavallino, che ora deve augurarsi che qualcosa cambi nelle prossime ore.

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