Bautista espone qualche critica nei confronti della MotoGP: si sta trovando meglio in Superbike, un ambiente molto differente.
Tra anni fa l’impatto di Alvaro Bautista nel Mondiale Superbike fu impressionate. Undici vittorie consecutive all’esordio nel campionato e con una moto nuova come la Ducati Panigale V4 R. Nonostante quell’inizio folgorante, però, non vinse il titolo a causa delle troppe cadute nella seconda metà della stagione.
Per lui e per il team fu una grossa delusione perdere la corona iridata SBK nel 2019. Tra l’altro, le parti vissero anche qualche momento di tensione dato che la trattativa per il rinnovo del contratto non decollò e si arrivò al divorzio. Tornando indietro, probabilmente entrambe agirebbero un po’ diversamente.
Lo spagnolo ha passato due anni in Honda senza vincere, mentre la casa bolognese non è riuscita a conquistare il titolo con Scott Redding. Se ci fosse stato il prolungamento contrattuale, forse a questo punto la loro bacheca sarebbe diversa. Ovviamente non lo si può dire con certezza, però Bautista al ritorno in rosso è oggi leader della classifica.
MotoGP o Superbike? Risponde Alvaro Bautista
Bautista ha corso per diversi anni nel Motomondiale, riuscendo a vincere un titolo nella classe 125 e a correre per nove anni di fila in MotoGP. Ma quell’ambiente non gli manca, si trova molto bene nel paddock della Superbike.
Intervistato da Motorsport.com, lo spagnolo ha spiegato cosa non lo stia convincendo della top class in queste stagioni: “In due-tre anni c’è stata una grande corsa a ingaggiare giovani piloti. Non solo i tifosi di Rossi perdono interesse, ma anche quelli di altri piloti che sono stati sostituiti con giovani inesperti. Capisco sempre meno la MotoGP. Oggi conta la tecnologia, il pilota fa meno la differenza. Non voglio togliere meriti a nessuno, ma ora le moto sono così simili che non credo che il rider sia così importante”.
Secondo Alvaro, in MotoGP si lanciano troppi giovani impreparati a correre ad alto livello e ritiene anche che la tecnologia la faccia maggiormente da padrona rispetto al passato. Va detto che comunque ci sono rider che sanno fare la differenza. Basti vedere Marc Marquez in Honda e Fabio Quartararo in Yamaha, rispetto ai colleghi di marchio sono di un altro livello. E la tanto chiacchierata elettronica è importante per ragioni di sicurezza, visto che i prototipi di oggi sono particolarmente veloci.
Il pilota Ducati spera che in Spagna cresca l’interesse nei confronti del Mondiale Superbike, che a suo avviso merita maggiore seguito di tifosi dato il livello della griglia e delle gare: “La Superbike veniva considerata una categoria di Serie B, lo pensavo anche io prima di arrivarci. I piloti non sono peggiori di quelli MotoGP. Si tratta di un campionato diverso e non si possono fare paragoni. Vorrei che la gente capisse che non è inferiore alla MotoGP, solo diverso e con un livello comunque elevato”.
Magari se lui vincesse il titolo riuscirebbe ad attrarre più pubblico verso il WorldSBK, chissà. Prima di lui solo Carlos Checa è stato in grado di portare la Spagna sul tetto del campionato. Era il 2021 e si è trattato dell’ultimo mondiale piloti conquistato dalla Ducati nella categoria. Vedremo se Bautista riuscirà ad avere successo come il connazionale.