La Ferrari è finita nel mirino di tutti dopo la disfatta in Ungheria. Su una Autostrada italiana è apparso uno striscione contro Binotto.
Si può scavare più a fondo del baratro? Evidentemente la risposta è affermativa, almeno se questa domanda dovesse essere posta ai vertici della Ferrari. Il disastro nel Gran Premio di Ungheria, che ha posto fine alle già flebili speranze di lottare per il mondiale con Charles Leclerc, non può e non dovrebbe passare impunito, almeno così accadrebbe in un’azienda normale.
Gli imputati, ormai, sono sempre gli stessi. Il più diretto, se si parla di strategie, è ovviamente Inaki Rueda. Lo spagnolo, dopo le esperienze in Jordan, Midland, Renault e Lotus è arrivato a Maranello nel 2015, venendo presentato in pompa magna, come se si trattasse effettivamente di un fenomeno che avrebbe risolto le lacune tattiche, problema che nella Scuderia modenese sussiste da quasi tre lustri.
Tuttavia, sin dal suo primo anno in Ferrari, Rueda non ha fatto altro che combinare disastri, restando puntualmente impunito. In un qualsiasi posto di lavoro, dopo tre o quattro errori un dipendente verrebbe mandato a casa, ma all’interno della Gestione Sportiva sembra che sbagliare si un vanto, un motivo di promozione.
Sui social, in particolare su Twitter, è possibile trovare dei video completi che racchiudono tutti gli errori strategici fatti da Rueda dal 2015 ad oggi, vale a dire in sette stagioni e mezzo con il 2022 che ha già superato la propria metà. Si contanto, all’incirca, una settantina di tattiche sbagliate, un numero indecoroso.
Ovviamente, quello dello stratega in F1 è un lavoro molto complesso, in cui il margine di errore è ridottissimo, per cui è normale che alcune defaillance vengano perdonate. Tuttavia, ora si è davvero arrivati alla canna del gas, visto che le tattiche di gara continuano a distruggere le domeniche dei ferraristi da ormai troppo tempo.
Mattia Binotto, sbugiardato anche da Charles Leclerc alle interviste sul potenziale della macchina nella domenica magiara, non ha mai il coraggio di criticare i propri uomini o di ammettere gli errori. Dopo la disfatta dell’Hungaroring, l’ingegnere di Losanna se l’è ripresa con le performante del mezzo tecnico, difendendo a spada tratta le strategie.
Maurizio Arrivabene, nel 2018, venne licenziato dopo aver criticato apertamente gli ingegneri addetti alle tattiche in seguito ad un clamoroso errore avvenuto durante le qualifiche del Gran Premio del Giappone, quando Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen vennero mandati in pista con gomma da bagnato sull’asciutto, ritrovandosi costretti a partire dalle retrovie.
Evidentemente, all’interno della Gestione Sportiva non si possono muovere critiche verso alcuni personaggi, ed intanto gli avversari se la ridono. Hanno fatto il giro del mondo le immagini del retropodio, nel quale Max Verstappen, Lewis Hamilton e George Russell se la ridevano in merito alla scelta del Cavallino di montare le gomme Dure a Leclerc per l’ultimo stint di gara.
Le prese in giro sono arrivate anche da altri personaggi, come Romain Grosjean, Jeremy Clarkson, Jacques Villeneuve, ma persino dalla star NBA Joel Embid ha giustamente avuto da ridire per le nefandezze strategiche compiute da Rueda e dal suo entourage tecnico. Evidentemente, qualcosa dovrà pur cambiare, altrimenti le legnate si sprecheranno anche in futuro.
Ferrari, striscione contro Mattia Binotto in Autostrada
Sui social si è scatenato il pandemonio dopo la follia di Budapest, con la gran parte dei tifosi che ha chiesto l’immediato licenziamento di Mattia Binotto ed Inaki Rueda. L’atteggiamento del team principal della Ferrari ha ormai seccato i fan del Cavallino, che si aspettano delle decisioni dai grandi capi, che probabilmente non arriveranno mai.
Lo stesso Lapo Elkann, fratello del presidente della Ferrari John, ha avuto da ridire con un post su Twitter, evitando però di scrivere commenti. Nessuno sopporta più le gesta di questa squadra, e l’unica cosa da difendere è la strepitosa monoposto ad effetto suolo che è stata costruita, ma che gli strateghi riescono ad infangare ogni domenica.
Questa mattina è apparso anche uno striscione che invita alla cacciata di Binotto, e che è stato pubblicato sui vari social network dai tifosi. La scritta, che non lascia spazio all’immaginazione, recita: “Mattia Binotto vattene“, un messaggio secco, lapidario, che testimonia tutta la frustrazione che è ormai presente da troppi anni nei tifosi della gloriosa Scuderia modenese, ridicolizzata ogni volta in cui Charles Leclerc e Carlos Sainz vanno in pista.
I piloti, oltre a dover affrontare una concorrenza fortissima come quella di Red Bull e Mercedes, si ritrovano a dover gareggiare anche contro le strategie, ed una gran prova di lettura della gara l’ha data spesso lo spagnolo, che come Sebastian Vettel in passato ha iniziato a farsi le tattiche da solo.
Altro episodio inaccettabile è quello che si è verificato proprio con Carlitos in Francia, dove lo stesso pilota ha spiegato il regolamento via radio al suo ingegneri di pista Riccardo Adami in merito ad una penalità. In conclusione, non c’è nessuna speranza che questa squadra lotti seriamente per il titolo mondiale, e gli avversari continuano a stappare bottiglie di champagne. Nella foto, lo striscione contro il team principal, ormai una vera e propria macchietta.