Ferrari, ecco perché non meriti veramente di vincere il Mondiale

All’Hungaroring la Ferrari ha di nuovo fatto vedere i propri limiti, che sembrano ormai cronici. E per questo può dire di aver perso meritatamente.

Doveva essere il GP prima della pausa estiva che rimetteva in carreggiata la Ferrari, che poteva quantomeno far sperare Charles Leclerc di una rimonta già di per sè difficile nei confronti di Max Verstappen. E invece la gara dell’Hungaroring si è trasformata in un ko clamoroso che anzi va a chiudere quasi definitivamente le chance iridate della Rossa e del monegasco. Ma non solo: mette in subbuglio un intero ambiente, che nonostante sia tornato a lottare per qualcosa d’importante ora subisce le critiche di addetti ai lavori e tifosi. Ma, possiamo dirlo, anche meritatamente per quanto visto finora.

La Ferrari nel GP d'Ungheria (ANSA)
La Ferrari nel GP d’Ungheria (ANSA)

Ha fatto scalpore il video del retro-podio, con Verstappen, Hamilton e Russell a rivedere gli highligths della gara, come ormai accade di prassi subito dopo il GP e prima delle premiazioni. Un momento in cui i piloti riguardano la propria gara e quella degli altri, ma stavolta c’è qualcosa che è accaduto e ha fatto riflettere: Hamilton infatti, vedendo i sorpassi subiti dalle Ferrari nel finale chiede agli altri se avevano montato le gomme dure, con un tono sorpreso, e la risposta in coro è un sì ma accompagnato con una risata beffarda. Segno che ora proprio tutti ridono della Ferrari e per le strategie che adotta.

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Ferrari, i perché di una disfatta annunciata

Fosse arrivato anche un ritiro per problemi di affidabilità, il GP d’Ungheria sarebbe stato un condensato della stagione della Rossa. Un 2022 che finora ha regalato emozioni (poche) ma tante delusioni. La casa di Maranello infatti, fin dalla prima gara, ha fatto vedere di partire rispetto alla concorrenza da un vantaggio importante. Solo la Red Bull sembrava capace distargli dietro e a Imola, dopo 4 gare, è arrivato il primo segnale che la Ferrari non era la macchina imbattibile che si voleva credere.

La casa anglo-austriaca nel giro di un paio di mesi ha ribaltato la situazione grazie non solo a un mezzo comunque veloce, ma soprattutto a una squadra che ha saputo girare sempre al 100%, senza sbavature di sorta. E se sono capitate, ha sempre messo una pezza limitando i danni. Dal muretto infatti non si ricordano errori strategici, così come i piloti. L’unico vero errore c’è stato proprio in Ungheria dopo il sorpasso di Verstappen a Leclerc, ma poi il campione del mondo ha saputo rimediare alla grande portando a casa lo stesso una gara che sembrava impossibile da vincere dopo i problemi in qualifica e la partenza dalla decima casella in griglia.

La Ferrari deve capire che non si vince solo avendo il mezzo migliore, ma con una squadra che riesce a districarsi da situazioni complicate e da imprevisti che capitano all’improvviso in un GP. Si vince con una squadra che va in difesa solo quando è costretta, non quando è davanti a tutti o deve rincorrere e osare per recuperare. Si vince anche in fabbrica, quando si riesce a mettere mano a una situazione affidabilità che può decidere le sorti di un Mondiale. A tutto questo finora la Ferrari ha risposto nella maniera sbagliata e gli avversari invece no. I margini di errore in un Mondiale sono ridotti al minimo, la Rossa ha già superato quelli per due stagioni. Ha davvero servito su un piatto d’argento il titolo alla concorrenza. E questo non è accettabile.

Ora è il momento di tirare le somme, guardarsi in faccia e dare una svolta, vera, alla propria annata. Ammettere che non si è pronti a obiettivi così importanti ma anche tornare quantomeno ad ambire a vincere le corse, migliorando sotto tutti i punti di vista. Alzare l’asticella, non avere paura ma neanche mostrare troppa spocchia. Ma ce la farà questa Ferrari? O servirà ancora un altro “rimescolamento” interno e ripartire da zero?

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