Charles Leclerc ha parlato di quelli che sono i problemi della Ferrari, che lo ha ormai condannato a rinunciare al suo primo titolo mondiale.
Quale può essere il morale di un pilota che è costretto a dire addio al mondiale per colpa della sua squadra? Questa domanda riguarda, in particolar modo, Charles Leclerc, che ha commesso qualche errore di guida, ma che potrebbe e dovrebbe riprendersela con coloro che ogni domenica si impegnano a distruggere i suoi sogni.
Inutile proseguire con le giustificazioni sul fatto che la Ferrari sia una squadra giovane e che non è ancora pronta a lottare per il mondiale, perché le nefandezze strategiche si vedono ormai da troppi anni. Il primo responsabile, da questo punto di vista, è Inaki Rueda, arrivato a Maranello nel 2015.
Il suo lavoro è stato a dir poco pessimo sin dal principio, avendo commesso circa settanta errori strategici in questo lasso di tempo. Ovviamente, la F1 è uno sport in cui il margine di errore è molto ristretto, ed è facile incappare in qualche scivolone. Tuttavia, non è accettabile che si sbagli quasi ogni domenica, distruggendo i sogni di uno come Leclerc che è forse l’unica cosa buona rimasta di questa Ferrari.
In questa stagione, Charles ha commesso un paio di errori, andando a muro ad Imola quando era alla Variante Alta, perdendo il terzo posto e chiudendo settimo. Il più grave è sicuramente quello del Paul Ricard, con il quale ha perso una papabile vittoria, ma anche lì è bene svolgere un’analisi per capire bene chi siano i colpevoli.
Charles, infatti, era già in una situazione di estrema pressione, visti i tanti punti di ritardo dalla Red Bull di Max Verstappen, il quale è perfetto a livello di guida ma è anche assistito alla grande dal team di Milton Keynes. In Francia, al momento dello schianto, il monegasco era già stato vittima di un altro errore strategico, di cui poco si è parlato.
La Red Bull, due giri prima del misfatto, aveva infatti richiamato ai box il campione del mondo per tentare l’undercut. La Ferrari, a quel punto, doveva richiamare immediatamente il proprio pilota al giro successivo, ma non lo ha fatto, costringendo Charles a restare in pista a spingere come un forsennato con gomme molto consumate.
Se il pilota della Rossa non avesse commesso l’errore, si sarebbe comunque ritrovato dietro al rivale dopo la sosta ai box, e vista la superiorità in velocità di punta su cui può contare la RB18 avrebbe avuto i suoi bei problemi a risuperarlo. Dunque, quell’uscita di pista ha protetto la Ferrari dall’ennesima gogna, che è puntualmente arrivata una settimana più tardi in Ungheria.
Purtroppo, siamo tutti a conoscenza di quanto accaduto domenica scorsa, con Mattia Binotto ha usato la scusa della macchina poco performante per giustificare l’ennesima follia degli strateghi. Incredibile che un team principal eviti di prendersi le proprie responsabilità accusando un qualcosa che c’entra nulla, visto che la Ferrari di Charles andava come il vento con la gomma giusta.
Leclerc, ecco la sua versione sui problemi della Ferrari
Charles Leclerc, mentalmente, è molto provato, anche se fa di tutto per non farlo vedere. Il monegasco sta dando l’anima per cercare di restare in lotta per il mondiale, ma sembra quasi che la Ferrari stia facendo di tutto per complicargli la vita. Anche in Ungheria, nonostante un passo nettamente superiore a Carlos Sainz, la tattica degli strateghi lo ha fatto arrivare dietro al compagno di squadra, ed anche a Sergio Perez che partiva undicesimo e che non ha mai avuto il ritmo dei migliori.
Il monegasco ha concesso un’intervista alla “BBC” dove ha raccontato la sua prima parte di stagione, focalizzandosi, in primis, sui suoi errori di guida: “Sono sempre molto severo con me stesso quando commetto degli errori, ed ovviamente la Francia è stata una di quelle occasioni che mi hanno fatto più male. Anche ad Imola non è stato bello, ma in quel caso ho perso pochi punti perché sono tornato in pista, e comunque non mi stavo giocando la vittoria. Per riprenderti dagli errori devi essere forte dal punto di vista mentale“.
Leclerc ha poi affrontato il discorso strategie, che gli stanno costando il sogno mondiale: “Devo dire che è stato molto frustrante e sappiamo che ci servirà lavorare molto per migliorare da questo punto di vista. So che abbiamo faticato molto per quanto riguarda le strategie e la gestione delle gare, ma spero che prima o poi riusciremo a migliorare. Anche l’affidabilità ci è costata molti punti, sono cose che dovremo rivedere attentamente per cercare di tornare in pista più forti“.
Oramai, i tifosi non credono più all’impresa. Il distacco di 80 punti da Max Verstappen tra i piloti e quello di 97 dalla Red Bull in classifica costruttori sono ormai incolmabili, non tanto dal punto di vista delle performance quanto per tutto il resto. Probabilmente, a breve si inizierà a rivolgere l’attenzione sul prossimo anno, ma se qualcosa di grosso non cambierà all’interno della Gestione Sportiva, tutte le belle parole saranno vane.