In questo 2022 la Mercedes si è trovata dal lottare per i Mondiali a faticare ad entrare in top 3. E il boss Wolff non l’ha presa bene.
Per anni lo abbiamo conosciuto come un manager con le mani in pasta. Uno in grado di inserire i piloti del proprio vivaio ovunque, di avere azioni in diversi team/marchi in barba ad eventuali confiltti d’interesse, sempre sorridente e disponibile con la stampa.
Poi però è arrivato il 2021 e Toto Wolff ha cominciato a mostrare il suo vero volto. Quando si è abituati a vincere è difficile accettare di non riuscirci più o quanto prima. Di conseguenza, quando la Red Bull è tornata a dire la sua in vetta, lui è esploso non rinunciando a facili insulti davanti ai media diretti all’omologo Christian Horner. Ma non solo. La scena in cui nel gran finale di Abu Dhabi, sollecitava il direttore di gara Michael Masi a non far riparire la gara in quel momento congelata dalla Safety Car per consegnare nelle mani del “suo” Hamiton l’ottavo sigillo è diventata emblematica, oltre che fonte di meme e parodie.
Il viennese non è il compassato gentleman che voleva far credere. Al contrario, è un peperino tutto nervi. E la dimostrazione la stiamo avendo tutt’oggi visto che le performance meno brillanti delle attese della W13 lo hanno destabilizzato portandone in evidenza le spigolosità.
Wolff svela il perché Hamilton è superiore
Sbugiardato in mondovisione, il dirigente ha capito di non aver più bisogno di fingere. E così, analizzando un’annata partita male che, tuttavia, nelle ultime corse ha dato segni di ripresa, ha rivelato di aver patito la situazione molto di più di Lewis.
“Lui è forte e ha imparato a gestire il momento delicato meglio di me“, le sue parole a La Gazzetta dello Sport. “Ha dato prova di maturità, il che è fondamentale. Anche nelle difficoltà ha sfoggiato un approccio positivo“.
La mentalità fiduciosa è certamente importante anche se non è sufficiente per raggiungere i proprio obiettivi. Nella fattispecie, quello primario di Ham riguarda il record di allori detenuto a pari merito con Schumacher. Un traguardo ormai irraggiungibile per il breve periodo, e probabilmente pure per il 2023 visto che il nuovo che avanza sta diventando sempre più competitivo.
Chance iridate a parte, per il team principal l’asso di Stevenage ha ancora molto da dare. “Guardate Alonso! Perché mai non si può essere bravi piloti a oltre 40 anni? Quando non si sentirà più al meglio, lascerà. Ma si tratta di una decisione che dovrà prendere da solo“.
Al di là della volontà, come detto, i rivali stanno diventando via via più agguerriti e per il buon Toto, prossimamente, anche salire sul podio non sarà più tanto semplice complice la chiusura o comunque la riduzione della forbice prestazionale tra le scuderie.
“E’ troppo presto per giudicare, ma credo che il budget cap accorcerà il gruppo. In un paio di campionati avremo almeno cinque squadre in grado di vincere e successivamente ne avremo altre tre“, la previsione del capo della Stella.