F1, situazione penalità: ecco i piloti che rischiano di più

Nella F1 di oggi è possibile utilizzare solo tre power unit a stagione, in seguito si va in penalità. Tutti i team saranno presto al limite.

Tra le logiche con ben poco senso nella F1 che conosciamo oggi c’è l’assurda regola delle sole tre power unit utilizzabili in stagione. Un tempo, era possibile utilizzare un motore per le qualifiche ed una per la gara, e fu così fino al 2002. Dall’anno successivo, fece quasi scandalo la notizia che un propulsore dovesse durare per due fine settimana, ma ben pochi avrebbero immaginato ciò che è accaduto nell’epoca dei motori turbo-ibridi.

F1 (LaPresse)
F1 (LaPresse)

Va detto che queste unità propulsive sono le più efficienti che siano mai state progettate, dei capolavori di ingegneria che sprigionano potenze impressionanti e che sono in grado di utilizzare molto meno carburante per funzionare rispetto al passato. L’unico neo, ovviamente, è quello del rombo, che è migliorato dal 2014 in avanti ma che non ha nulla a che vedere con i V10 o i V8 aspirati del passato.

Tuttavia, come ben sappiamo, la F1 è evoluzione, deve stare sempre al passo con i tempi, ed è chiaro che l’ibrido è la tecnologia ormai predominante nelle principali categorie del motorsport. Il Circus ha abbracciato questa scelta quasi dieci anni fa e non si è più tornati indietro, ed ora l’obiettivo è quello di sfruttare ancor di più la parte elettrica dal 2026 in avanti, quando verrà eliminati l’MGU-H e si punterà maggiormente su carburanti meno inquinanti.

Nonostante i grandi progressi fatti, quella del massimo di tre power unit a stagione è una regola che non ha senso, visto che tutti sono costretti a montarne almeno una in più a causa di cedimenti o per evitarne, visto l’estremo utilizzo che se ne va durante l’anno. Sin qui, le due Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz hanno già montato il quarto motore, così come Kevin Magnussen della Haas e Yuki Tsunoda dell’AlphaTauri.

F1, ecco la situazione relativa alle power unit

La power unit delle F1 è composta da vari elementi: l’MGU-K, l’MGU-H, il motore endotermico (ICE), le batterie, il turbocompressore e la centralina elettronica di controllo. Di ognuno di questi componenti, ne si possono usare un numero limitato per ogni stagione, e quando si supera la soglia massima, scatta la penalità di 10 posizioni in griglia per ogni elemento sostenuto. Quando lo si cambia per la seconda volta, la penalità si dimezza a 5 posizioni.

Come dicevamo in precedenza, le due Ferrari hanno già deliberato la quarta power unit. Charles Leclerc l’ha montata in Canada dopo i cedimenti di Barcellona e Baku, ed a Montreal anche l’AlphaTauri di Yuki Tsunoda ha sostituito il motore Honda. In Francia, due settimane dopo l’esplosione dell’unità propulsiva sulla sua Rossa, è toccato anche a Carlos Sainz partire dal fondo, così come a Kevin Magnussen sulla Haas.

Stando a quanto si apprende, Leclerc monterà addirittura la quinta in Belgio, rimediando altre posizioni di penalità, anche se mancano ancora le conferme ufficiali. In Ungheria, anche Pierre Gasly ha deliberato il quarto motore, così come aveva fatto Valtteri Bottas sull’Alfa Romeo Racing in Austria. Sin qui, dunque, sono andati oltre il limite quattro power unit Ferrari e due Honda, mentre nessun motore Mercedes o Renault ha causato degli arretramenti in griglia.

Tuttavia, quasi ogni iscritto al mondiale di F1 nel 2022 rischia di andare in penalità, comprese le due Red Bull di Max Verstappen e Sergio Perez. L’unico che può ancora cambiare tutti gli elementi e non subire arretramenti è Daniel Ricciardo della McLaren, che, guarda caso, sfrutta un motore Mercedes.

Pur non essendo così spaventoso a livello di potenza, questo propulsore è il più affidabile del lotto, ed anche Lewis Hamilton e George Russell possono testimoniarlo, non essendosi mai ritirati per motivi tecnici. Infatti, anche la loro situazione a livello di penalità è una delle migliori.

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