I passi avanti dell’automobilismo sul fronte sicurezza, hanno avuto ulteriore conferma nel round di Seoul della Formula E. Protagonista De Vries.
Ancora una volta il tanto contestato halo ha fatto il suo dovere egregiamente. In questo caso, scena dell’evento che avrebbe potuto assumere tinte tragiche è stata la Corea. Precisamente Seoul dove in questo fine settimana si sta decidendo il Mondiale di Formula E.
La classifica, infatti, è ancora aperta e il leader Stoffel Vandoorne su Mercedes potrebbe essere superato dal portacolori della Jaguar Mitch Evans.
Intanto sabato mattina si è svolta Gara 1 che, come spesso accade nella serie al 100% elettrica, è stata lungamente interrotta. Mezz’ora di stop per riparare i danni provocati dal crash avvenuto alla curva 21 nel corso del primo giro che ha visto coinvolte la Jaguar di Norman Nato, presente nelle vesti di sostituto di Sam Bird, infortunato, le NIO di Dan Ticktum e Oliver Turvey, l’Andretti di Oliver Askew, la Porsche di Andre Lotterer, la Envision di Nick Cassidy, ma soprattutto la Mercedes di Nyck De Vries finito sotto la Nissan di Sébastien Buemi.
E proprio la “scivolata” della Stella dell’olandese ha fatto provare un brivido agli spettatori che assiepavano gli spalti, ma pure a chi stava seguendo la corsa alla tv.
Inutile dire che in altri momenti ci sarebbe scappato il morto. Ma grazie all’archetto che inizialmente aveva fatto tanto discutere, specialmente i puristi delle monoposto nude, non è accaduto nulla e il pilota è tornato tranquillamente al box.
Great to see all seven drivers walk away unscathed from this incident at the start of the race.
Round 15 is currently under red flag conditions as the cars are recovered from the track.
🇰🇷 2022 Hana Bank #SeoulEPrix pic.twitter.com/ce7ODepDiS
— ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) August 13, 2022
Non solo De Vries: ecco i precedenti
Recentemente impegnato nell’FP1 del GP di Francia di F1 al posto di Hamilton, il driver clesse ’95 ha ringraziato il proteggi-abitacolo.
“Il botto è sembrato peggio di quanto non sia in realtà stato, ma rendo merito ugualmente all’halo“, ha affermato a Motorsport.com spiegando le dinamiche dell’accaduto. “Le condizioni erano difficili e la visibilità molto scarsa. Di solito quando si vede poco si giudica il punto di frenata in base alle vetture che ti circondano. Non voglio dare la colpa agli altri, perché ovviamente, è una mia responsabilità, ma credo che tutti si siano fatti prendere la mano“.
Ansia da prestazione al pronti via, dunque. “Quando vai leggermete fuori traiettoria alla curva 20 non hai più grip anche per la presenza di un tombino. Questo è sufficiente per farti sbagliare. Detto ciò ritengo che i miei avversari fossero un po’ in ritardo sui freni rovinando così il mio ePrix“, ha considerato critico.
Tutto bene, quel che finisce bene e soprattutto è positivo che la vittima di un sinistro del genere, abbia potuto a pochi minuti di distanza essere davanti alla stampa a parlarne.
Introdotta successivamente all’incidente di Jules Bianchi il 5 ottobre 2014 a Suzuka, l’aureola ha già compiuto almeno un paio di miracoli: nel rogo che vide protagonista la Haas di Romain Grosjean nel 2020 in Bahrain, e più di recente nel multicapottamento dell’Alfa Romeo di Guanyu Zhou sul tracciato di Silverstone.