La Lamborghini ha beffato la Bentley Bentayga. Il record sulla salita di Pikes Peak tra i Suv è suo.
Malgrado non sia stata ancora presentata, la Lamborghini Urus ha già fatto segnare un primato. Il Suv prodotto nello stabilimento emiliano di Sant’Agata Bolognese si è messa in bella mostra a Pikes Peak.
Affidato alle sapienti mani dell’esperto Simone Faggioli, collaudatore Pirelli e già trionfatore tra i bolidi trazione posteriore nel 2018, il veicolo ha affrontato la celebre salita in Colorado.
L’attacco al tempo si è svolto sul classico percorso di gara partendo da un’altitudine di 2.862 metri. 156 sono le curve che il pilota di Firenze ha dovuto attaccare lungo i 20 km di prova con pendenza media del 7%. E in cima ai 4.302 metri ci è arrivato con un riscontro di 10′”32″064. Diciasette secondi in meno rispetto al precedente record di categoria fissato dalla Bentley Bentayga nel 2018.
Nuova Lamborghini Urus: è già da record
Trattandosi di una vettura inedita e non ancora ufficialmente svelata, non è stato possobile iscriverla alla competizioni, ma i cronometristi hanno comunque registrato il tempone segnato dal toscano.
E per l’Italia le belle notizie non sono finite. A vincere la manifestazione è stato Robin Shute al volante della Wolf GB08 siglata Tsc-Fs. Per la terza volta in quattro edizioni, l’americano ha beffato la concorrenza in barba a delle condizioni meteo proibitive. E voi dire, cosa centra il Bel Paese? Ebbene l’auto è stata preparata in Val Trompia, in un’azienda specializzata in prototipi di alto livello.
Ma tornando alla Lambo, il capo dell’ufficio tecnico Rouven Mohr ha così motivato la decisione di rimettersi in gioco sulla mitica “hillclimb”. “Fa parte del nostro motto “aspettatevi l’inaspettato”, inoltre dimostra le prestazioni di assoluto peso della Urus“, ha detto. “Quella di Pikes Peak è una sfida estremamente impegnativa per il mezzo meccanico. La conformazione del tracciato e il percorso avvallato mettono in crisi l’equilibrio del telaio, senza dimenticare che le varie altitudini sollecitano il powertrain e il clima varabile influisce“.
Va detto che non sono stati diffusi molti dettagli sull’auto guidata da Faggioli, ma pare quasi scontato che sia del tutto simile a quella che verrà presentata al mondo il prossimo 19 agosto in California, precisamente a Monterey.
Da quanto si sa dotato di propulsore V8 biturbo di serie, il modello utilizzato è stato ritoccato per rispettare i criteri di sicurezza imposti dalla International Hill Climb.
Nel cockpit è stata inserita una gabbia protettiva, i sedili di serie sono stati sostituiti da quelli racing e sono state aggiunte le obbligatorie cinture a sei punti, oltre ad un sistema di estinzione.
Gli pneumatici sfruttati con misure di 285/40 R22 e 325/35 R22, sono un’evoluzione delle Pirelli P Zero Trofeo R, in linea con le esigenze della Urus.
La Casa milanese ha sviluppato proprio in collaborazione con il Toro una gomma semislick, ad hoc per questo tipo di veicoli. Un passaggio di informazioni che ha garantito una copertura dotata di maggiore versatilità, così da garantire migliori prestazioni sia su fondo asfalto asciutto e con alte temperature, sia sull’umido con il fresco.