Wolff padrone della F1? Ecco la battuta al vetriolo di Mario Andretti

Il campione di F1 1978 Andretti non ha preso bene le recenti parole del boss Mercedes Wolff sul figlio Michael e ora attacca via social.

Nella tranquillità dell’estate ci ha pensato Mario Andretti a mettere un po’ di pepe. Il mitico pilota italo-americano, capostipite di una dinastia a quattro ruote, non avrebbe per nulla gradito i recenti commenti del capo della Mercedes Wolff sulla candidatura del figlio Michael.

Toto Wolff (Ansa Foto)
Toto Wolff (Ansa Foto)

L’imprenditore già attivo in diversi campionati negli States e in Europa ha presentato diversi mesi fa alla FIA una proposta di iscrizione al campionato di una sua scuderia, ma se da un lato l’ente federale tentenna e procrastina la decisione definitiva, dall’altro lo schieramento viaggia compatto contro l’idea.

Per una volta i team si sono uniti e il motivo è la paura di vedersi sottrarre parte della torta dei ricavi. Al vertice di questa protesta, come noto, si è messa la Mercedes.

Lo scorso mese di maggio il responsabile della Stella Toto Wolff aveva dichiarato che un ingresso del genere non avrebbe portato nulla di positivo alla serie. In poce parole, meglio dare spazio ad un costruttore di peso come Audi, piuttosto che un nome noto del motorsport senza alcuna possibilità di far crescere credibilità e dividendi allo sport.

Sembrerà brutto da dire, perché rimanda solo ad una questione di numeri, ma il valore del Circus è legato ai pochi posti a disposizione e personalmente non vorrei vederlo scendere a causa dell’aggiunta di altre equipe“, il suo commento a The Athletic.

Andretti su tutte le furie: la frecciata a Wolff

Per l’austriaco le dieci squadre oggi presenti in griglia sarebbero già più che sufficienti visto che il premio in denaro deve essere suddiviso e le somme investite dalle varie case specialmente negli ultimi Mondiali sono state piuttosto elevate. “Le Case che occupano il podio hanno speso oltre un miliardo nei progetti. Dunque l’eventuale new entry come fa a dimostrare di portare un plus più ampio di quello che costa?“, l’interrogativo pungente che ben fa capire quanto la questione non sia personale, ma squisitamente economica.

Che il figlio di Piedone avrebbe avuto vita difficile in questo avvicinamento alla F1 lo si era comunque capito sin da subito. In tempi recenti aveva tentato di acquisire l’Alfa Romeo, ma quando ormai la trattativa si avviava verso la conclusione è saltato tutto. La ragione? I vertici della ex Sauber volevano mantenere il potere decisionale almeno sotto il profilo tecnico e dei piloti.

Il piano del 59enne di Betlemme che già aveva programmato la creazione di due factory una in America e una in Inghilterra per essere ancora più vicino al resto dei team, nonché avviato le discussioni con Renault per la fornitura del motore, sembrava serio e concreto. Orientato altresì alla promozione dei driver statunitensi poco fortunati e utilizzati nelle corse europee. Ma come detto tutto sembra essere tramontato.

Deluso e amareggiato dal vedere l’ambiente compatto remare contro il progetto del proprio ragazzo, il campione 1978 si è lasciato andare ad una risposta sibillina e quanto mai onesta posta da un utente su Twitter.

Wolff ha troppo potere in F1, non è vero?“, la domanda. “E’ arrivato il tempo che qualcuno lo dica“, la replica chiara dell’asso di Montona.

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