Nuova Lancia Montecarlo in arrivo? Guardate cosa ci aspetta

Torna la Lancia Montecarlo sebbene solo in versione concept. Il designer la immagina diversa dall’orginale, in linea con le esigenze di oggi.

E’ un’operazione nostalgia quella di David Obendorfer. Il progettista ha ripreso in mano un pezzo di storia dell’automotive tricolore e lo ha riproposto in chiave moderna. La vettura protagonista di questa trasformazione è la Lancia Beta Montecarlo del 1975.

Lancia (ANSA)
Lancia (ANSA)

L’ungherese classe 1974, laureato in Industrial design e autore di altri rendering interessanti come quello della Fiat 127 Concept e della 500 Spider/Coupé, ci ha riprovato reinterpretando virtualmente e senza alcun legame con la Casa di Torino, un modello restato nel cuore e nella mente di molti.

Nuova Lancia Montecarlo: ecco come sarebbe

Il primo ritocco importante al progetto iniziale riguarda il segmento di appartenenza. Non più una due posti a propulsore centrale, bensì un contemporaneo e sportivo Suv compatto a cinque porte con le seguenti misure: passo di 2,68 metri, lunghezza 4,54 metri, larghezza 1,85 e altezza 1,56 .

Diverse comunque le riprese del veicolo di partenza, come ad esempio il frontale con calandra,i gruppi ottici inseriti in una fascia nera, piuttosto che la banda verticale dai toni scuri sul montante C vicino alle maniglie posteriori a scomparsa. Una commistione tra tradizione e futuro che potrebbe dare il la a qualcosa di più concreto.

Dal punto di vista tecnico Obendorfer ipotizza per la Montecarlo un powertrain ibrido plug-da posizionare nel pianale EMP2 di produzione Stellantis.

Lancia Montecarlo: cenni di storia

Negli States denominata Scorpion, si tratta di una macchina sportiva creata dalla Pininfarina per la Lancia al principio dal 1975 al 1978 e quindi dal 1979 al 1981.

Disponibile in due versioni Coupé e Targa, quest’ultima era dotata di una capote in tela removibile manualmente. In totale ne vennero fabbricati 7.798 esemplari, con un unico anno di fermo nel 1979.

L’idea di partenza della FIAT era dare vita ad una sostituta dalla 124 Sport Coupé da affiancare alla X1/9. Anche per questo in una prima fase il progetto venne chiamato X1/8. Il carattere dell’autovettura doveva essere sportivo, con motore V6 centrale 3 l. A differenza di altri modelli, questo avrebbe dovuto distinguersi per la sua unicità. Non ssere quindi una pesca da veicoli già esistenti, bensì un prodotto nato e reso realtà dalla Pininfarina.

I lavori durarono dal 1969 al 1971 e furono condotti da Paolo Martin. La crisi petrolifera degli anni ’70, costrinse tuttavia l’azienda a modificare alcuni elementi a partire dalla denominazione trasformatasi in X1/20, fino all’unità motrice che diventerà un quattro cilindri da due litri e a sua volta ispirerà la Fiat Abarth SE 030 del 1974.

Giunti al termine la stagione agonistica, il progetto passerà in mano alla Lancia, ne frattempo entrata a far parte della FIAT, per la realizzazione di un’auto di serie da aggiungere alla gamma Beta.

E così che il brand piemotese scelse di coniugare il motore a quattro cilindri della Fiat 124 Sport Coupé, alle sospensioni MacPherson, al cambio a cinque marce e freni a disco su tutte e quattro le ruote, facendo nascere la Beta Montecarlo, la quale, tuttavia, aveva per pochi aggancia con le sue sorelle maggiori.

Presentata al Salone di Ginevra 1975, sviluppava 120 cv a 6000 giri/min. Capace di toccare una velocità massima di oltre 190 km/h, il passaggio da 0–100 km/h lo completava in 9,3 secondi.

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