Dopo quasi un ventennio di collaborazione si chiude un capitolo importante per i fratelli Marquez. L’annuncio tramite la stampa spagnola.
Come succede per le storie d’amore, comprese quelle in apparenza più solide, anche nel lavoro può arrivare il momento dell’addio. Ed è esattamente questo che è successo tra Alex e Marc Marquez ed Emilio Alzamora.
L’iridato 1999 di 125 cc rappresentava i due fratelli da corsa da ben 17 anni, ma stando a quanto riferito dallo spagnolo El Periódico de Catalunya, avrebbe deciso di dire basta.
Per il momento non vi è nulla di ufficiale, tuttavia, ha particolarmente colpito la sua assenza dal paddock in occasione dei due recenti GP disputati al termine della pausa estiva, ovvero Inghilterra e Austria.
Inizialmente imputata ad una presunta positività al Covid, o ancora all’infortunio che sta tenendo il #93 lontano dalle piste, la mancata presenza in entrambe le corse del 49enne ha assunto tutta un’altra rilevanza quando l’otto volte campione del mondo ha fatto capolino al Red Bull Ring.
Dunque, facendo due più due, l’ambiente è giunto alla conclusione che si fosse consumato uno strappo. In realtà non è una news l’ipotetica chiusura del rapporto tra le tre parti, visto che è da tempo che si vociferava. Ora quella che poteva sembrare solo una chiacchiera si sarebbe concretizzata.
In qualità di manager personale del duo catalano l’iberico si era occupato dei loro contratti con le scuderie, delle sponsorship, della comunicazione e dell’immagine attraverso un’agenzia. L’ultima mossa di rilievo è stato l’accordo con la Gresini Racing per il più giovane dei fratelli che dunque nel 2023 lascerà la Honda.
Marc Marquez torna, ma da spettatore
Come detto nel fine settimana della Stiria si è rivisto il Cabroncito per dare qualche dritta ad un box HRC alla deriva. Per l’occasione ha parlato della propria convalescenza dopo l’ennesimo intervento al braccio destro infortunato nel 2020 e reso noto quando potrà montare di nuovo in azione.
“Nelle prime sei settimane l‘ho tenuto immobilizzato adottando un approccio conservativo”, ha spiegato tra il cauto e il desideroso di ributtarsi nella mischia. “Poi ho iniziato a dargli un po’ di mobilità e quindi sono passato agli elastici. Valuteremo nei prossimi giorni se potrò aumentare il carico. Solo in un seconda fase stabiliremo un piano. L’osso è una cosa, il muscolo è un’altra. Sono consapevole dell’importanza del recupero e se devo prolungarlo lo farò. È ovvio però, che quando mi sentirò al 70% salirò sulla moto. Non si può aspettare di essere al 100% prima di rimettersi in sella”.
A proposito invece delle problematiche che stanno investendo la sua scuderia, il 29enne ha riconosciuto le falle della RC213 V 2022 e ha anticipato che, rispetto al 2021 quando, avendo fatto un po’ di dentro-fuori, non ha potuto seguire con la dovuta attenzione le vicende interne, quest’anno non commetterà lo stesso errore. “Sono venuto qui per parlare con gli ingegneri, perché anche se non decido io cosa fare, ci tengo ad essere coinvolto nel progetto. In una situazione come questa il pilota non può fare la differenza da solo, è un lavoro di gruppo“, ha rimarcato.