Il CEO della F1 Domenicali a tutto campo su presente e futuro della top class delle auto e c’è pure un pensiero per Monza.
Entusiasta di aver osservato in prima persona il rinnovato interesse del pubblico e dei giovani in special modo, per la F1, Stefano Domenicali ha dettato i propri obiettivi per rendere lo sport ancora più grande e amato.
E contrariamente a ciò che vorrebbero i piloti, ha confermato l’intenzione di aumentare il numero di gran premi a 24.
“Attorno a questa cifra costruiremo la giusta logica per massimizzare il rapporto domanda/offerta, ovvero scegliere i giusti posti dove andare. Ci sono molti elementi che prenderemo in considerazione“, ha confidato a Motorsport.com.
Tra le possibili new entry impossibile non citare il Sud Africa, nella fattispecie il tracciato di Kyalami. “Stiamo parlando da tempo con i promotori locali e ci sono buone possibilità, ma vogliamo un impegno a lungo termine. Non ci piace l’idea di recarci in un posto per un anno e poi salutare tutti. Credo che si saranno novità al massimo entro due settimane“, ha svelato.
E se aumentano le piste toccate dalla massima serie, lo stesso vorrebbero fare le squadre. Il caso Andretti, con la domanda d’iscrizione al campionato inviata alla FIA, ma al momento lasciata in un cassetto, ha fatto molto discutere negli ultimi mesi.
“Ci sono altre realtà che hanno inoltrato la stessa richiesta, cercando ad esempio di rispettare la riservatezza richiesta dal protocollo messo in atto. Valuteremo con prudenza, perché chi entra deve avere una base solida, con tutti i requisiti per affrontare un impegno importante. Allo stesso modo, però, ritengo non sia un’urgenza ampliare il parterre“, ha implicitamente bocciato la volontà del figlio del grande Mario, di inserirsi in gruppo.
Facendo un’analisi completa della salute del Circus di oggi, non si può non tornare ad Abu Dhabi 2021. Un GP che ancora desta perplessità per come è stato gestito dal collegio federale.
“Tutti coloro che lavorano, per quanto grandi professionisti nei singoli ruoli, possono sbagliare. E’ umano commettere degli errori. Ed è così nella vita, ed in qualunque categoria sportiva“, ha assolto l’ex direttore di gara Michael Masi. “Se la vicenda Safety Car fosse stata pilotata, io non sarei nemmeno più qui ai vertici, perché non accetto certe cose“.
Domenicali sulla nuova F1: cosa cambierà
Volgendo lo sguardo al domani della disciplina, il manager imolese ha invece ribadito l’intenzione di portare a sei le Sprint Race, così da coinvolgere maggiormente gli spettatori.
“Le prove sono molto interessanti per gli ingegneri ed i piloti, ma alla fine penso sia più accattivante lottare per qualcosa. Magari manterremo una sessione di libere solo il venerdì mattina“, ha annunciato.
E in argomento di avvenire, spiccano i rinnovi che tardano ad arrivare come quello di Monaco.
“Stiamo parlando con tutti i promoter. Entro una quindicina di giorni comincerà a circolare la bozza del calendario 2023. Detto ciò, dovremo trovare giusto mix con un terzo degli eventi in Europa, un terzo in Medio Oriente, e la parte restante nella zona americana“, ha spiegato prima di concludere citando Monza.
“La storia non è sufficiente a garantirsi un futuro, e l’impianto brianzolo ha bisogno di aggiornare la propria struttura. E’ iconico, tuttavia bisogna guardare avanti. Bene portare avanti le tradizioni, ma non va dato per scontato di esserci sempre a prescindere da tutto”, il messaggio chiaro e tondo.