Marquez ha detto addio al manager Alzamora dopo tanti anni di collaborazione e amicizia: Haro racconta cosa è successo.
È un 2022 di novità per Marc Marquez. Dopo la decisione di operarsi per la quarta volta all’omero destro, è arrivata anche quella di separarsi dal suo storico manager Emilio Alzamora. Una scelta che riguarda anche il fratello Alex, che come lui è stato seguito per tutta la carriera dall’ex pilota.
L’otto volte campione del mondo non ha comunicato le motivazioni che lo hanno spinto a questo cambiamento, però immaginiamo che le farà sapere ufficialmente appena lo riterrà opportuno. Intanto è già trapelato il nome di chi lo seguirà da ora in avanti: Jaime Martinez, direttore marketing motorsport di Red Bull España.
Quest’ultimo era già presente in Austria, dove il pilota si è recato sia per una conferenza stampa in cui ha spiegato le sue condizioni fisiche sia per un confronto con la Honda sui cambiamenti da apportare per il futuro. Si aspetta di avere una RC213V vincente nel 2023.
MotoGP, Oscar Haro sul divorzio Marquez-Alzamora
Oscar Haro sul canale Twitch di Nico Abad ha svelato cosa avrebbe portato Marquez a dire addio ad Alzamora: “A Marc è successa una cosa sola: è andato a vivere a Madrid e ha scoperto cose che non sapeva. Un mio amico si è preso cura di lui e gli ha aperto gli occhi facendogli vedere tante cose”.
L’ex direttore sportivo del team LCR spiega che l’otto volte campione del mondo si sarebbe accorto di alcune cose che lo hanno spinto a un cambiamento: “Oggi se sulla Gran Via fanno una passeggiata Marc Marquez e Fonsi Nieto, è più conosciuto il secondo del primo. Quando Fonsi correva, c’era la tv gratis e 5 milioni di telespettatori che lo guardavano. Ora con DAZN si è passati a 170 mila persone. Fonsi ha creato una squadra per lavorare sulla sua immagine e ci sono campagne incredibili che Marc non ha fatto”.
Haro ritiene che l’immagine di Marquez non sia stata gestita al meglio: “Marc non è conosciuto da metà pianeta, a differenza di altri atleti spagnoli come Rafa Nadal e Pau Gasol. Non dico che Alzamora non abbia lavorato bene, è uno molto professionale e serio, ma è uno della vecchia scuola e cerca di tenere il pilota concentrato sulle gare”.
L’ex dirigente della squadra di Lucio Cecchinello è convinto che il fenomeno di Cervera possa sfruttare di più il suo status e il suo brand: “Non è più solo un pilota MotoGP. Fa merchandising, è uno sponsor, è pubblicità, creazione di immagine, social network… È un prodotto. Manca un supporto importante”.