Il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, continua a dimostrarsi fiducioso nel suo gruppo di lavoro, elogiando gli uomini del box.
In casa Ferrari c’è tanto da riflettere in chiave futura, visto quanto accaduto in questa prima parte di stagione. Il 2022 sarebbe dovuto essere l’anno del rilancio, e non basta una monoposto finalmente competitiva a dare una passata di spugna sulle vergognose prestazioni delle ultime stagioni.
Anzi, il fatto di avere a disposizione un mezzo molto veloce aumenta i rimpianti ed i dubbi sulle qualità di chi occupa determinate posizioni nel box della Scuderia modenese, come lo stesso Mattia Binotto e lo stratega Inaki Rueda, i più grandi responsabili dell’ennesimo titolo mondiale svanito ancor prima di poterselo giocare sino in fondo.
La Ferrari è stata surclassata per diversi anni dalla Mercedes, ed ora è la Red Bull a fare festa, con un Max Verstappen che, a sua volta, ha fatto sicuramente meglio di Charles Leclerc, il quale due errori sanguinosi li ha comunque commessi, all’opposto dell’olandese che da anni, ormai, non sbaglia un colpo.
La superiorità del team di Milton Keynes a livello di gestione delle varie situazioni di gara è stata impressionante, e c’è da scommettere che anche la Mercedes con una macchina di pari livello sarebbe stata tranquillamente davanti alle Rosse. Purtroppo, Binotto ha già rinnovato pienamente la fiducia ai suoi uomini, ed è assurdo pensare che nessuno vada a pagare dopo ciò che è accaduto sin qui.
Già gli errori di Monte-Carlo e Silverstone erano stati a dir poco clamorosi, ma con l’Ungheria si è davvero sforato il limite della decenza. Con una macchina così veloce è inaccettabile il distacco di 80 punti nel mondiale piloti e di 97 tra i costruttori, con la Mercedes che è a sole 30 lunghezze nonostante una monoposto decisamente più lenta.
I problemi sono sempre gli stessi, ed anche sul fronte della monoposto c’è da dire che il guaio cronico sull’incapacità di mandare in temperatura le gomme con il freddo dura ormai da troppi anni. Davvero incredibile pensare che in una squadra del genere non si riescano a risolvere determinati limiti tecnici e strategici, ma evidentemente ai vertici va bene così.
Ferrari, Mattia Binotto loda la sua squadra
Mattia Binotto è diventato il team principal della Ferrari nel 2019, subentrando a Maurizio Arrivabene. In pochi anni, l’ingegnere di Losanna ha trascinato nel baratro la Rossa, salvo poi farla rialzare (solo dal punto di vista prestazionale) in questo 2022, ma fallendo su tutti gli altri fronti.
Intervistato da “Repubblica“, Binotto ha commentato quanto accaduto sino ad oggi, continuando ad elogiare i suoi uomini: “Quello che noi volevamo era tornare competitivi. Ci ricordiamo il 2020, all’epoca eravamo nudi, mentre oggi siamo in giacca e cravatta. Da oltre vent’anni non ottenevamo dei risultati così buoni in qualifica, abbiamo fatto otto pole position su tredici qualifica“.
Il boss della Ferrari non ha evidentemente chiaro il concetto più importante, ovvero che i punti si fanno alla domenica, proseguendo poi nel giustificare le follie tattiche di Budapest: “Sul fronte del motore abbiamo fatto un passo in avanti straordinario, un qualcosa che io non avevo mai visto nei miei 27 anni di esperienza a Maranello. Il nostro problema è stata l’affidabilità, le ore al banco sono limitate e non è facile migliorarla“.
“Stiamo cercando di gestire il tutto al meglio, servono ben tre mesi per sostituire un elemento che possa aiutarci a non avere più problemi. L’affidabilità è il problema maggiore, viene molto prima rispetto alle strategie. Cosa è successo in Ungheria? Non credo si possa parlare di un errore, semplicemente è stata una scelta che poi non ha pagato. Gli altri sbagliano, mentre noi veniamo criticati quasi sempre perché siamo come la nazionale. Io non mando via nessuno, dobbiamo solo migliorare e gestire meglio alcune cose, ma sento che prima o poi sistemeremo il tutto“.