L’addio di Valentino Rossi? Gli infortuni di Marc Marquez? Il problema della MotoGP è un altro e i rider non sanno come risolverlo.
La MotoGP scenderà in pista il prossimo weekend per il GP di San Marino e della Riviera di Rimini. Sul circuito intitolato a Marco Simoncelli le battaglie tra i piloti sono sempre state spettacolari. Sarà una gara fondamentale per Pecco Bagnaia. Il distacco in classifica da Fabio Quartararo è di 44 punti. Il ducatista viene da tre vittorie di fila, ma dovrà continuare a vincere GP a ripetizione se vorrà giocarsi il mondiale nelle ultime tappe del campionato.
Quest’anno la classe regina ha avuto un calo di ascolti sensibile. In molti hanno imputato la crisi di audience all’assenza contemporanea del Dottore e del Cabroncito. Se la storia di Valentino Rossi in MotoGP è oramai giunta al termine, per un ritorno in grande stile di Marc Marquez c’è ancora speranza. La realtà è che il Motomondiale oggi non offre lo stesso spettacolo delle precedenti stagioni. La mancanza di rivalità in pista e la tecnologia dei bolidi attuali ha impoverito lo spettacolo. Il numero di sorpassi è sempre più basso, specialmente tra i piloti di testa. Le manovre stanno diventando sempre più complesse, a causa dell’eccessiva ricerca della velocità.
L’aerodinamica e l’elettronica avranno anche fatto fare dei passi da giganti alle moto, battendo record su record, ma si sono andate ad assottigliare le differenze tecniche. Moto simili con comportamenti lineari e troppe appendici aerodinamiche, limitano la chance di sfide testa a testa. L’idea di fondo dei vertici della classe regina era quella di avere tante squadre protagoniste e vincitori diversi. Dopo gli anni di dominio della Honda, targati Marquez, il 2020 è stato un campionato imprevedibile, alla fine l’ha spuntata Mir con un solo successo. La Suzuki ha deciso di lasciare la MotoGP al termine di questa annata. La sorpresa principale è stata l’Aprilia, tornata ai vertici nel 2022. E qui arriviamo al nodo cruciale della problematica.
MotoGP, lo spettacolo cola a picco
Quante volte si sono sfidati i primi tre centauri della griglia? Fabio Quartararo, leader della classifica, Aleix Espargaró e Pecco Bagnaia, raramente, si sono trovati a battagliare tra loro. Ha fatto scalpore l’incidente del Diablo ad Assen, con conseguente long lap penalty nella gara successiva di Silverstone. Il francese della Yamaha, nel tentativo di sorpassare Aleix Espargarò, nelle prime fase di gare, è caduto, portando in ghiaia lo spagnolo. Al di là del singolo episodio, i centauri della classe regina sono soliti vincere gare in solitaria. L’aerodinamica dei bolidi della MotoGP è meno determinante rispetto alle monoposto di F1, ma ha assunto una importante incidenza.
La pole position ha una importanza capitale, mentre in passato si era soliti ammirare rimonte anche dalle retrovie. Le gomme stesse, ormai, hanno una finestra limitata e condizionano le strategie di gara dei piloti. Prima i piloti potevano guadagnare tanto con l’effetto scia, ma oggi le mescole tendono a surriscaldarsi senza un flusso d’aria pulito. In sostanza, a causa anche delle tanti ali, i piloti fanno sempre più fatica a rimanere vicini per molti giri e provare il sorpasso. Chi sta davanti, quindi, ha tanti (troppi) vantaggi rispetto a chi è alle sue spalle. Il rischio della manovra di sorpasso o viene preso subito o si rischia di non riuscire più a colmare il gap. Ecco perché i primi giri dei GP sono, oggi, determinanti sul risultato finale.
La Formula 1 ha messo una pezza al problema dei sorpassi con l’ausilio dell’ala mobile posteriore, DRS, e l’introduzione delle vetture ad effetto suolo. L’ex centauro Alex Hofmann, in un’intervista a Motorsport-Total.com ha dichiarato: “Secondo me anche la MotoGP deve stare attenta. Penso che tecnicamente siamo diventati troppo perfetti negli ultimi tre, quattro, cinque anni. Ciò significa che le moto sono diventate tutte troppo buone ai massimi livelli. Il tasso di errore dei piloti è diventato zero. Puoi immaginare che questa sia una pessima combinazione per gare emozionanti”.
“Se la moto è ottimale all’apice e l’elettronica arriva al momento giusto, allora il pilota può andare a tutto gas. Se anche il controllo anti-impennamento, il dispositivo di altezza da terra e le ali funzionano perfettamente, allora hai un’accelerazione perfetta. Se ci sono dieci piloti di fila, non succederà troppo. Siamo arrivati a questo punto in MotoGP, secondo me“, ha spiegato l’ex pilota della Kawasaki. La MotoGP scende in campo: l’iniziativa è davvero spettacolare. Basteranno le Sprint Race a risolvere tutti i problemi?