A qualche giorno di distanza dallo sfogo via radio nel corso del primo giro del GP del Belgio, Alonso ha chiesto scusa ad Hamilton.
Non si sono mai piaciuti e non hanno mai fatto nulla per nasconderlo. L’acredine tra Fernando Alonso e Lewis Hamilton è ormai storia vecchia, che parte da lontano. Certo non così da lontano come quella tra l’inglese e Rosberg, ma comunque da quindici anni abbondanti.
Tutto ebbe inizio nel 2007, al debutto del #44 in F1 quando lo spagnolo, campione in carica, venne ingaggiato come lui dalla McLaren. La convivenza si dimostrò subito complicata, con il Samurai intenzionato a mettere i punti sulle i, e il futuro sette volte iridato più affamato che mai e pronto a fargli sudare le cosiddette sette camice. Come spesso accade in casi simili, tra i due litiganti il terzo, ovvero Kimi Raikkonen su Ferrari, ebbe la meglio, facendo così implodere la squadra.
Costretto a riparare nella sua vecchia “casa”, ossia la Renault, l’asturiano non perdonerà mai davvero Ham e ancora oggi, appena può lo punzecchia. Insistendo specialmente sulla natura dei suoi risultati in carriera, figli, a suo avviso, di una Mercedes spaziale e non della sua bravura.
Alonso fa il mea culpa
Un’occasione succulenta sotto questo punto di vista gliel’ha fornita il testa a testa allo start del recente round di Spa, quando l’asso di Stevenage, nel tentativo di superarlo si è fatto fuori da solo.
“Che idiota“, lo sfogo via radio, “Sa guidare solo quando parte davanti“, la stoccata, che il britannico ha snobbato riguadagnato anzitempo il paddock, ma che ora il driver di Oviedo ha voluto rimangiarsi.
“Ci tengo a dire che Lewis è un campione. Una leggenda del nostro tempo“, ha affermato da Zandvoort. “Purtroppo devo ripetermi, ma appena succedono episodi simili ad un pilota anglosassone scoppia un polverone, ma se a essere offeso è un latino, che posso essere io, piuttosto che Sainz e Perez, la questione diventa quasi una quisquiglia“.
Ribadito un concetto già espresso nei mesi scorsi, a proposito di una certa territorialità del Circus come sport, Alo ha domandato scusa all’avversario. “Non penso le parole che ho pronunciato. In quel frangente nessuno dei due era colpevole. Riguardano le immagini, è stato il classico incidente da start, quando il gruppo è molto vicino”.
Fatto un passo indietro riguardo all’appellativo “stupido”, poco dopo è arrivato pure quello sulla dichiarazione relativa all’incapacità del portacolori delle Frecce d’Argento di superare o comunque di farsi largo scattando da posizioni arretrare.
“Non credo che sia così”, ha argomentato. “Anzi, i dati di fatto provano che non lo sia. E’ qualcosa che mi è scappato a caldo. In piena adrenalina. Un po’ come capita in altri sport. Se qualcuno ti colpisce da dietro, ti viene da fare una considerazione”, si è quindi affrettato ad annacquare le eventuali polemiche latenti.
Per concludere, un nuovo tentativo di giustificazione. “Di solito quando si apre la radio si pensa di essere in comunicazione con il proprio ingegnere. La verità è che provo molto rispetto nei suoi confronti. Dovessi incontrarlo al ring andrò personalmente a fare ammenda“.