In Olanda la Mercedes torna competitiva ad alti livelli ma a preoccupare è il confronto interno tra Hamilton e Russell, che rischia di esplodere.
Se c’è un dato che emerge dal GP d’Olanda è che la Mercedes si sta avvicinando pericolosamente a Ferrari e Red Bull. La Rossa, anche in termini di punti, è lì ormai, a un passo. E la gara di casa di Max Verstappen ha certificato che la Rossa è stata addirittura inferiore alla W13 così tanto vituperata finora. Ma anche il campione del mondo in carica deve guardarsi le spalle in questo finale di stagione se vuole mantenere la “porta inviolata” usando un termine calcistico, quantomeno con i rivali più “odiati”. La macchina ora sembra andare meglio, gli sviluppi portati in pista hanno dato gli effetti sperati nonostante per oltre metà stagione si sia navigato a vista, senza capire realmente dove mettere mano a un progetto rivoluzionario quanto complicato da rimediare.
Di sicuro però una mano è arrivata anche dalla direttiva anti-porpoising che ha introdotto una minore flessibilità del fondo delle vetture, cosa che Red Bull e Ferrari invece sfruttavano in maniera importante (ovviamente entro i regolamenti). La Mercedes dunque ora può sperare davvero di portare a casa almeno un GP, come sognato dallo stesso Toto Wolff. Un modo per certificare la crescita e lanciare un segnale agli avversari anche in chiave 2023: ci siamo, stiamo tornando ed è meglio che ricominciate a correre, o saranno guai seri.
Mercedes, la tensione Hamilton-Russell è esplosa
C’è però un altro fatto che inquieta il team anglo-tedesco, e riguarda i due piloti. Era chiaro che mettere due talenti dentro è un rischio e la storia della F1 lo racconta molto bene. Ma in casa Mercedes ora è chiaro: tra Lewis Hamilton e George Russell l’idillio è finito. Tutta colpa di quel sorpasso nel finale con quasi contatto tra i due che ha fatto infuriare e non poco il sette volte campione del mondo. Nessun accenno dopo a quanto accaduto, ma di sicuro è stata una manovra pericolosa e che rischia seriamente di aver rotto quella pax che sembrava essersi instaurata tra i due.
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Che la situazione fosse potenzialmente pericolosa lo si è capito fin dall’inizio, con diverse decisioni prese dalla Mercedes in “favore” di Russell che più di una volta sono state evidenziate anche via radio da Hamilton. Gli ultimi mesi però sembravano aver riportato la calma, con piloti e team preoccupati più a recuperare il gap con Ferrari e Red Bull che a pensare a possibili diatribe interne. Invece che ora la situazione è tornata a volgere al sereno, ecco che di nuovo la questione tra i due driver si è rifatta prepotentemente viva.
Quanto accaduto in Olanda ha fatto ricordare diversi precedenti: in primis la lotta tra Hamilton e Fernando Alonso a Indianapolis nel 2007, l’anno di esordio del futuro sette volte campione del mondo, che proprio con quella lotta in pista con il veterano spagnolo mise fine alla pace tra i due e diede vita a un confronto senza esclusione di colpi che costò il Mondiale all’inglese in favore di Kimi Raikkonen e della Ferrari. Stavolta le parti sono invertite, con Hamilton il vecchio Leone azzannato dall’emergente Russell che punta al ruolo di capobranco. E oggi come allora questa manovra rischia seriamente di poter essere una bomba ad orologeria pronta a scoppiare tra le mani della Mercedes.
Dall’altra però quanto accaduto nel finale sembra essere terribilmente uguale a quanto successo a Silverstone qualche mese fa a Charles Leclerc, lasciato in pista durante la safety car e quindi in balìa degli avversari con le gomme nuove, che di lui ne hanno fatto un sol boccone, in primis il compagno di box Carlos Sainz Jr. Che ci si sia messa di mezzo anche una politica della scuderia? Difficile però pensare che la Mercedes abbia deciso volutamente di “sacrificare” il proprio simbolo e capitano per fare spazio sempre più al nuovo talento che vuole far emergere. Sta di fatto però che le parole di Hamilton via radio nascondono forse qualcosa di più che una semplice rivalità tra compagni di scuderia. E solo nelle prossime settimane potremo capire come sta realmente la situazione. Che però rischia seriamente di diventare rovente.