Accusata di aver inscenato un falso problema sulla monoposto di Tsuonda in Olanda, l’Alpha Tauri replica con un comunicato.
Quanto avvenuto domenica pomeriggio a Zandvoort, è sembrato ricalcare in maniera alquanto fedele la scena finale di Abu Dhabi 2021. Quella rivelatasi decisiva per la conquista del Mondiale da parte di Max Verstappen.
E siccome a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, più di qualcuno ha gridato allo scandalo. Al Singapore 2008 bis. In quel frangente il team principal della Renault Flavio Briatore, coadiuvato dal responsabile tecnico Pat Symonds, ordinò a Nelsinho Piquet di buttarsi contro una delle tante barriere che costeggiano lo stradale di Marina Bay, così da far entrare la Safety Car e dare una mano a Fernando Alonso a vincere la gara.
A seguito dell’accusa di aver frodato, indirizzando a proprio favore un risultato sportivo, i due dirigenti vennero estromessi dalla F1.
Da allora di episodi anomali e meritevoli di dubbio ne sono capitati altri. Su tutti, quello di Yas Marina dello scorso dicembre, quando il botto di Latifi fece precipitare le chance di Hamilton, così come San Paolo nello stesso 2008 quando Lewis vinse il titolo grazie al clamoroso rallentamento della Toyota di Glock.
Ma cosa è successo di preciso in Olanda per aver scatenato tanti sospetti? Tutto si è consumato ad una ventina di giri dal termine della gara. Improvvisamente Yuki Tsunoda urla via radio al suo ingegnere che i meccanici, in fase di pit stop, non gli hanno fissato bene le gomme e a quel punto parcheggia a bordo pista.
Convinto di doversi ritirare, il giapponese si slaccia o allenta le cinture di sicurezza, ma proprio in quel momento, viene raggiunto dalla comunicazione di riprendere la marcia perché la sua AT02 è in perfetta forma.
Obbedito al richiamo e tornato al box per i dovuti controlli, sarà protagonista di un nuovo stop. Questa volta in posizione ben più disturbante per i colleghi, tanto che i commissari sono costretti ad attivare la Virtual Safety Car. Andando, involontariamente ad aiutare Mad Max.
E qui parte la chiacchiera. Per qualcuno la dirigenza Red Bull avrebbe invitato la scuderia sorella a creare un impedimento per bloccare l’avanzata della Mercedes, in lizza per il successo con Hamilton e da podio pure con Russell. Se sia vero o no, non lo sapremo mai.
Di certo nel tardo pomeriggio di lunedì l’Alpha Tauri ha pubblicato sui social una nota di smentita.
“È decisamente deprimente leggere il linguaggio e i commenti rivolti alla nostra squadra e alla responsabile della strategia della Red Bull Hannah Schmitz“, si legge.
“Non è tollerabile un comportamento tanto odioso, così come le accuse di gioco sporco sono inaccettabili, false e completamente irrispettose“, prosegue il comunicato. “Abbiamo sempre corso in maniera indipendente, pulita e nel massimo del rispetto e della sportività“.
Il post sottolinea poi come il pilota nipponico sia stato fermato da un guasto che il garage di Faenza non era stato in grado di individuare nell’immediato. “Suggerire qualcosa di diverso è offensivo e assolutamente scorretto“, rimarca infine il documento.
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