A Monza la Ferrari forse ha scoperto cosa ne ha condizionato le prestazioni negli ultimi mesi. Ma potrebbe non essere quello che si pensava.
Doveva essere il GP che sanciva il ritorno della Ferrari in lotta per il Mondiale, invece nel volgere di pochi mesi la gara di Monza si è trasformata in una gara semplicemente da onorare al meglio, con un campionato (piloti e costruttori) che ha già preso la direzione della Red Bull e di Max Verstappen. Va da sè però che che proprio per quanto maturato negli ultimi tempi, la tappa di casa per la Rossa si stava trasformando in una possibile debacle storica, che avrebbe causato non poche polemiche in seno alla squadra e non solo. Un ko che avrebbe reso ancor più dura una situazione che, a dire il vero, si è creata la stessa Ferrari per tanti motivi.
A partire dalle tattiche errate e dai problemi con il propulsore, che più volte ha tradito la Rossa sul più bello, in particolare quella di Charles Leclerc. Il ko c’è comunque stato, perché Verstappen è sembrato più veloce, seppur di poco, rispetto alla concorrenza, ma non è stata una sconfitta così cocente come sembrava poter maturare nelle settimane scorse.
C’era un dato che emergeva dalle ultime prestazioni della F1-75 prima di Monza che preoccupava: un deciso calo delle prestazioni, cominciato dalla Francia e proseguito in maniera preoccupante poi a Spa e in Ungheria. Non solo la Red Bull ha dimostrato di avere un passo superiore, ma anche quella Mercedes che ha faticato così tanto in stagione si è avvicinata pericolosamente in classifica costruttori alla Ferrari. Che per il GP di casa ha provato a togliersi qualche dubbio che stava maturando.
Ferrari e il dubbio del fondo
Quello che a Maranello stava preoccupando, come un tarlo che si insinua nel legno, era che qualcosa a livello di sviluppo della monoposto stesse rendendo non a dovere e che danneggiasse il comportamento della vettura. E il dubbio era dato in particolare da un aggiornamento portato dalla Ferrari per il GP di Francia, ossia il fondo della vettura. Il team principal Mattia Binotto aveva scoperto le carte proprio alla vigilia di Monza, svelando che ci sarebbe stato un passo indietro, con alcune prove comparative con un fondo pre-Francia per capire se era proprio quell’elemento ad aver mandato in tilt qualcosa nell’equilibrio della vettura.
Le FP1 del GP d’Italia hanno visto dunque Carlos Sainz Jr. mettere a confronto i diversi fondi della Ferrari, per capire se davvero era quello il particolare che stava incidendo sulle prestazioni della Rossa e se incredibilmente qualcosa studiato in galleria del vento avesse fatto flop. Un particolare questo molto strano, visto che finora la Rossa ha sempre avuto giovamento da ogni singolo pezzo portato in pista dopo le attente analisi a Maranello.
Quello sviluppo del fondo era stato introdotto in Francia con il duplice obiettivo di aumentare il carico aerodinamico sprigionato e ridurre la tendenza al porpoising. Ma a quanto pare da quel momento la F1-75 ha cominciato a soffrire di problemi di bilanciamento evidenti, soprattutto nel passaggio dalle curve ad alta e a bassa percorrenza. Il dubbio è stato comunque spazzato via dai tempi, che hanno fatto propendere per il fondo attuale, confermando la bontà della scelta intrapresa. O almeno questo è quello che arriva dai box e dicono i fatti, visto che in gara è stato montato il pezzo introdotto in Francia. Questo dunque sembra escludere che possa essere quella la causa di tutti i mali della Ferrari.
Rimane il fatto che la Direttiva Tecnica 39, quella che va a incidere sulla mobilità del fondo, rimane per ora l’unica vera spiegazione del calo della Rossa. Anche se da Maranello dicono che si è agito anche sull’analisi di altri dati e intervenuti in altri settori per provare a rimediare. Detto questo, la causa del flop della F1-75 potrebbe essere stato risolto e da Singapore in poi c’è l’opportunità di rivedere finalmente una Ferrari all’altezza della situazione.