I carburanti hanno raggiunto dei prezzi elevatissimi nel corso degli ultimi mesi, ed il taglio alle accise sta per finire. Si prevedono guai.
La follia della guerra tra Russia ed Ucraina e la grave crisi internazionale ha portato ad un impressionante aumento del costo della vita, coinvolgendo non solo i carburanti, ma anche tutto ciò che riguarda la nostra realtà quotidiana. In base alle indagini dell’Istat, gli ultimi dati sono a dir poco allarmanti, sicuramente influenzati anche dalla grave recessione scatenata dai due anni di Covid-19, e dai tanti mesi di lockdown che hanno colpito il mondo.
Infatti, si stima che il costo medio della vita, tra il mese di luglio 2020 e quello del 2022, abbia subito un aumento ragguardevole, pari al 9,8%. In particolare, si era registrato un aumento del 2% tra il luglio di due anni fa e quello del 2021, ma il colpo di grazia è arrivato negli ultimi 12 mesi: il costo della vita è infatti salito del 7,8%, un qualcosa che, forse, non si era mai visto nel mondo contemporaneo, se non in casi davvero estremi.
Ovviamente, in questi rincari sono coinvolte tutte le tipologie dei beni, da quelli primari ai carburanti, i quali hanno subito uno schizzo verso l’alto impressionante, complice anche una forte speculazione che sicuramente non ha facilitato la vita degli automobilisti, in particolare, dei pendolari che sono costretti ad usare la propria vettura per recarsi a lavoro ogni singolo giorno.
I clamorosi rincari che hanno riguardato benzina, diesel e quant’altro hanno visto la luce tra i mesi di febbraio e marzo, proprio in corrispondenza dell’inizio del conflitto tra Russia ed Ucraina, dopo l’invasione delle truppe di Vladimir Putin. In pochissimo tempo, il prezzo del carburante ha superato anche i due euro al litro, mettendo in ginocchio coloro che sfruttano l’automobile e che già devono affrontare enormi spese quotidiane.
Davvero difficile accettare una situazione del genere, ed il governo guidato da Mario Draghi ha così utilizzato la tattica del taglio delle accise, che sono state più volte prolungate. La data di scadenza finale è quella del 5 ottobre, ed ormai sono rimaste soltanto tre settimane prima che i prezzi tornino a salire in maniera vertiginosa.
Il taglio delle accise venne deciso nel mese di marzo, ma poi fu prorogato, quasi mensilmente, sino alla data che abbiamo appena annunciato. Tuttavia, il taglio delle accise non verrà rinnovato dopo il 5 ottobre, ed i carburanti rischiano di tornare sopra ai due euro al litro, un qualcosa di non può sostenibile considerando gli aumenti di tutti i beni primari.
In tutto ciò si aprono nuovi scenari, ma rispetto al passato troveremo una differenza. Infatti, il 25 settembre il paese andrà alle urne, e chiaramente il Governo non sarà più nelle mani dell’esecutivo che aveva deciso per il taglio delle accise. Quali saranno gli scenari che si verranno a creare?
Il discorso dei carburanti, purtroppo, non sarà l’unico problema da affrontare. Assieme ad esso troveremo la battaglia contro il caro energia, del gas ed anche quello dei nostri beni primari, che ha conosciuto un aumento che non ha precedenti nella storia della nostra Repubblica.
La grande probabilità è che, se non si dovesse intervenire con nuove manovre economiche, i prezzi della benzina e del diesel vadano nuovamente a scavallare i due euro al litro, un qualcosa di non più sostenibile. Nelle varie interviste che i media italiani avevano svolto a pendolari e cittadini qualche mese fa, in molti avevano detto che l’auto era una soluzione da accantonare per recarsi nei luoghi di lavoro.
Chi lavorava vicino casa preferiva spostarsi con i mezzi, se non, addirittura, in bicicletta. Ovviamente, il nuovo esecutivo avrà in mano una durissima sfida, da cui passerà gran parte del destino degli italiani, ormai sfiancati dai troppi rincari e da una situazione economica al collasso.
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