La gara di Monza ha regalato spettacolo e polemiche, anche extra-pista. La FIA ha minacciato l’addio, ma la realtà è solo una.
Il GP d’Italia di F1 si è chiuso con le tante polemiche per la Safety Car che in pratica ha impedito un finale avvincente e che ha consegnato la vittoria comunque al pilota più forte, quel Max Verstappen che ora tra meno di un mese a Singapore, con alcuni incastri, potrebbe già laurearsi con cinque gare d’anticipo ancora una volta campione del mondo. La Ferrari, attesa a una corsa in difesa a Monza dopo il periodo complicato vissuto, è tornata invece molto competitiva ma si è dovuta arrendere alla Red Bull e all’olandese, non con qualche rimpianto.
Nonostante tutto però il weekend brianzolo ha come sempre rispettato le attese, con tanto spettacolo in pista e fuori. Uno show che in realtà nelle settimane precedenti era stato messo fortemente a rischio, a causa della vicenda giudiziaria che ha interessato la fan zone del circuito di Monza.
Una vicenda iniziata ad agosto con un primo stop alle installazioni provvisorie (campi da padel, pista di go kart e stand enogastronomici) a causa della violazione di norme urbanistiche e del vincolo paesaggistico. Solo qualche giorno dopo è arrivato lo sblocco dei lavori da parte del gip dopo una conferenza con tutti gli enti coinvolti, dal Comune di Monza fino al Consorzio per la gestione del parco al cui interno si trova la fan zone. Ma il mercoledì prima della gara, ecco il nuovo colpo di scena con la richiesta di un nuovo sequestro dell’area, che però non è stato convalidato dal gip. Solo giovedì, a poche ore dalle prime libere, l’area è tornata disponibile per concludere i lavori.
Una vicenda questa che ha irritato i vertici della FIA, che da inizio anno sono alle prese con difficoltà non da poco con alcuni circuiti storici, vedi Monaco e Spa. E Monza non è da meno. Tanto che Stefano Domenicali, con toni alquanto duri, ha ricordato che la fila per entrare a far parte della F1 è lunga e che la lunga storia di alcuni tracciati come Monza (che quest’anno ha festeggiato i suoi 100 anni dalla nascita) non è un elemento sufficiente per dire che faranno sempre parte del calendario. Una frase ovviamente che ha fatto raggelare il sangue dei tanti tifosi della F1, non solo italiani.
“Tutto il sistema deve capire che il GP ha bisogno di investimenti, in modo che sia i tifosi che le squadre possano fruire al meglio dell’evento. Stiamo cercando di fare in modo che un Gran Premio sia un’esperienza unica e diversa. I problemi con Monza ci sono e devono essere risolti e la richiesta per avere dei GP in calendario deve far sì che tutti alzino l’asticella“, il messaggio di Domenicali a circuiti storici come Monza, Spa, Monaco, che dunque è chiaro: non basta aver fatto la storia della F1 per rimanere. Discorso giusto, ma la realtà è anche un’altra. Ossia che senza storia, il tuo prodotto non vale poi così tanto.
Lo spettacolo delle piste, l’entusiasmo dei tifosi in questi circuiti ogni anno fa la differenza. Tanto che poi, volenti o nolenti, per spot e immagini sul web le più “promosse” sono quelle di queste piste che hanno fatto la storia della F1. E comunque ogni stagione questi GP fanno la differenza. Vedi Monza, che dopo il record di 200 mila presenze nel 2019 quest’anno è andata oltre con quasi 350.000 spettatori nell’intero weekend (tra prove libere, qualifiche e gara) con un indotto vicino ai 250 milioni di euro.
Per non parlare poi dei numeri in tv. Il GP di Monza su Sky Sport F1, Sky Sport Uno e Sky Sport 4K è stato visto da 1 milione 406 mila spettatori medi, con l’11,7% di share e 2 milioni 234 mila spettatori unici, mentre su TV8 3 milioni 375 mila spettatori medi con il 28,2% di share e 5,792 milioni spettatori unici. In totale il pubblico è stato di 4 milioni 781 mila spettatori medi con il 39,9% di share.
Quindi? Vero tutto, che anche i circuiti storici devono darsi una mossa e rinnovarsi (Monza ha pronto un piano da 70 milioni), ma la realtà è che la F1 non può farne a meno per il fascino che hanno e per il richiamo di pubblico e sponsor che ogni anno queste piste ottengono. Con buona pace di chi spinge per entrare nel Circus.
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