L’ex campione del mondo della McLaren Mercedes, Mika Hakkinen, ha analizzato i problemi della Scuderia Ferrari. La contesa nel 2022 è già chiusa.
La Ferrari è già proiettata al 2023 perché il campionato attuale non ha più nulla da dire, almeno per quanto concerne il primo posto. La Red Bull Racing è sempre più vicina a conquistare il suo quinto titolo costruttori della sua storia, mentre per Max sarebbe il suo secondo riconoscimento iridato consecutivo. Oramai la Rossa dovrà prestare attenzione all’arrivo della Mercedes, a -35 punti. La Ferrari ha 139 punti in meno della Red Bull Racing e non può far altro che puntare a conservare il secondo posto.
Max Verstappen domina con 335 punti, dopo undici trionfi stagionali, davanti a Charles Leclerc, risalto al secondo posto a quota 219. Alle spalle del ventiquattrenne, al terzo posto, vi è l’esperto Sergio Perez a quota 210. Entrambi sono incalzati da George Russell che, ad eccezione di Silverstone dove è stato costretto al ritiro, ha sempre concluso in top 5 tutti gli altri Gran Premi della stagione. Più distaccato, al quinto posto, Carlos Sainz con 187 punti, davanti a Lewis Hamilton. Per la Rossa sarebbe dovuto essere un anno speciale, l’inizio di una super cavalcata per aprire un ciclo vincente, ma la storia ha raccontato ben altro. Ferrari, Binotto esalta Sainz: avvertimento a Leclerc ed Elkann?
Nonostante un’auto competitiva, ben costruita nel corso degli anni precedenti, la Ferrari non si è dimostrata pronta a lottare per la corona. Il problema non è stato rappresentato dai due “Carli” che hanno sbagliato in qualche GP, ma nel complesso avrebbero potuto vincere di più, se solo avessero avuto alle spalle un team esperto. La squadra italiana si è dimostrata ancora fragile ad alti livelli, sia sul piano psicologico che tecnico. La scelta di privilegiare le performance del nuovo motore Superfast, a discapito dell’affidabilità, si è rivelata un idea sbagliata. Gli avversari austriaci hanno dimostrato di possedere alte prestazioni, ma anche grande affidabilità. La Mercedes, addirittura, si è ritirata in sole due occasione, Russell a Silverstone ed Hamilton a Spa, solo a causa di terribili crash. In sostanza, pur non vincendo un GP, sono in scia in classifica della Ferrari, grazie ad una migliore sicurezza tecnica.
Ferrari, Hakkinen mette il dito nella piaga
Al di là di ciò che i piloti riferiscono ai giornalisti, nel post gara di Monza, la faccia di Leclerc diceva tutto. Il pilota non ha più nessuna voglia (giustamente) di accontentarsi di seconde posizioni e di prender paga da Verstappen. Negli ultimi GP, a prescindere dalla posizione di partenza dell’olandese, non c’è stata storia. Troppo evidente il divario tecnico tra la RB18 e la F1 – 75. Per di più gli errori di strategia del muretto del Cavallino hanno segnato, in molti casi, le ambizioni dei ferraristi. Inoltre, anche per i meccanici, non sono stati esenti da errori nei cambi gomma. Una situazione paradossale per un team che, in teoria, dovrebbe aprire un ciclo di vittorie. La F1 non imparerà mai: il dramma Bianchi non è bastato.
La Ferrari rischia di non vincere nulla neanche nei prossimi anni, considerato il divario con la Red Bull Racing. Altrove ambizioni e obiettivi corrispondono perfettamente, e si sposano in figure disposte a tutto pur di lottare per la vittoria. Negli anni d’oro di Michael Schumacher, Mika Hakkinen fu uno dei pochi in grado di frenare l’ascesa del Kaiser. Nel 1998 e nel 1999 il finlandese vinse e diede vita ad una rivalità straordinaria con il Kaiser, una delle più entusiasmanti degli ultimi anni. Oggi il bicampione osserva con grande interesse il circus, scrivendo sul portale Unibet. La situazione della Rossa è a dir poco inquietante, soprattutto dopo gli ultimi proclami, rilasciati sulla Gazzetta dello Sport, dal Presidente Elkann che hanno spostato ancora più in là l’obiettivo mondiale.
“La Ferrari ha sempre avuto molta pressione ed è qualcosa che hanno solo loro – ha analizzato Mika Hakkinen – naturalmente anche in McLaren sentivamo la pressione di competere per vincere, di fare del nostro meglio, di non essere soddisfatti se non vincevamo. Ma la Ferrari ha sempre avuto la pressione aggiuntiva di essere una specie di squadra nazionale”. Una pressione che si è fatta asfissiante negli anni scorsi senza alcuna vittoria. Dopo due anni e mezzo di digiuno, Leclerc aveva riportato il Cavallino sul primo GP dell’anno, in Bahrain. Una illusione durata poco, come un sogno spezzato troppo presto per i fan.
“C’è sempre una sensazione di pressione extra – ha dichiarato il finlandese – e questo non può essere facile per il management o per i piloti. Devono continuare a lavorare sodo, a spingere tutti insieme e ad assicurarsi di non darsi la colpa l’un l’altro quando le cose vanno male. È importante vedere i commenti del Presidente della Ferrari, soprattutto in pubblico, perché questo aumenta la pressione sul team. Penso che questa stagione sia stata dura perché hanno iniziato con una macchina veloce, vincendo gare e avendo fiducia, ma la Red Bull ha operato in modo più efficiente, facendo pochi errori e migliorando la macchina”.