La Ferrari potrebbe dover ricorrere ad altri cambi di power unit nelle prossime gare. Ecco quali sono le piste più adatte a farlo.
Il rush finale del mondiale di F1 targato 2022 scatterà tra meno di due settimane a Singapore, pista dove non si gareggia ormai da tre anni. L’ultima volta in cui venne disputato il Gran Premio nella notte di Marina Bay fu nel 2019, quando le Ferrari portarono a casa una splendida doppietta con Sebastian Vettel primo davanti a Charles Leclerc.
La Scuderia modenese vanta ricordi dolceamari su questa pista, vista la conquista di tre successi di tappa ma anche tante beffe clamorose. Nel 2008, Felipe Massa fu il primo poleman della storia a Singapore, ma la gara si trasformò in un incubo che segnò irrimediabilmente le sue speranze mondiali.
Infatti, dopo una prima parte dominata, il brasiliano subì un guasto al semaforo durante il pit-stop, che lo portò a ripartire dalla sua piazzola con il bocchettone del rifornimento ancora attaccato. Purtroppo, Lewis Hamilton chiuse terzo ed ipotecò il titolo, poi vinto all’ultima curva dell’ultima gara in Brasile.
La Ferrari ha festeggiato il suo primo successo a Marina Bay nel 2010, con Fernando Alonso che fece segnare anche la pole position, per poi vincere dopo un durissimo confronto con la più veloce Red Bull di Sebastian Vettel. Quella era una pista totalmente favorevole alla vettura di Adrian Newey, ma lo spagnolo piazzò una clamorosa impresa battendolo per appena due decimi sulla linea del traguardo.
In seguito, il tedescò piazzò tre successi consecutivi, prima di cedere il passo ad Hamilton nel 2014. La seconda gioia per il Cavallino nel cittadino asiatico arrivà con Vettel nel 2015, autore della prima pole da pilota della Rossa, dopo un digiuno di partenze al palo che per la casa di Maranello durava da oltre tre anni.
Sebastian fu perfetto interprete di quella gara, che riuscì a dominare dalla partenza all’arrivo, sino a tagliare il traguardo con un buon margine sulla Red Bull di Daniel Ricciardo. Nel 2016 fu la Mercedes di Nico Rosberg ad incassare il bottino, mentre Hamilton fu il padrone del biennio successivo.
Quello del 2017 fu un altro giorno difficile per la Rossa, con Vettel che dominò le qualifiche prima di ritrovarsi coinvolto nella terribile carambola della partenza, dove ne fece le spese anche Kimi Raikkonen con l’altra monoposto italiana, assieme a Max Verstappen. Hamilton vinse e mise l’ipoteca sul titolo, in una delle domeniche più nere della storia della Scuderia modenese.
Le caratteristiche della pista dovrebbero sorridere alla Rossa di quest’anno, ma la crescita esponenziale della Red Bull non lascia tranquilli per l’appuntamento del 2 ottobre. Sia sulla F1-75 che sulla RB18 arriveranno delle importanti novità tecniche, con il Cavallino che poi porterà l’ultimo sviluppo stagionale in Messico. Proprio su quella pista potrebbero esserci altre novità, non troppo positive per Leclerc e Carlos Sainz.
Ferrari, ecco quando arriveranno le prossime penalità
In casa Ferrari il titolo è ormai andato da tempo, a causa di un molteplice numero di fattori. Primo fra tutti, gli errori strategici, anche se l’affidabilità ha fatto la propria parte. Charles Leclerc ha perso praticamente 50 punti tra Barcellona e Baku, due gare che sembravano ormai vinte e che sono sfuggite per il cedimento della power unit.
In Austria è saltata una doppia che era a portata di mano, a causa dell’esplosione di tutto il comparto motoristico sulla sua Rossa a pochi giri dalla fine, proprio mentre si stava liberando della Red Bull di Max Verstappen. Tanti, troppi i problemi che hanno sbarrato la strada al sogno mondiale, anche se c’è da dire che dal Belgio in poi sono mancate anche le prestazioni.
Sul fronte delle penalità, le Ferrari hanno già pagato dazio in diverse occasioni. Leclerc ha subito la prima in Canada, dove è stato costretto a scattare dal fondo, così come accaduto anche in Belgio. Sainz è stato retrocesso sia a Monza che, prima ancora, in Francia, dando vita a delle splendide rimonte che lo hanno portato ad un passo dal podio.
Quasi sicuramente, i due alfieri della Scuderia modenese subiranno un destino simile per la parte finale di stagione, e le piste più accreditate sembrano essere quelle di Austin e Città del Messico. Diverse volte si è parlato del tracciato texano durante la stagione, ma anche quello reintrodotto nel calendario nel 2015 permette di superare facilmente grazie al lunghissimo rettilineo di partenza.
Quasi impossibile che le Rosse vadano in penalità a Singapore o in Giappone, con la pista di Suzuka che è l’unica in calendario a prevedere una sola zona DRS. Ciò che è certo è che servirà limitare i danni e provare a vincere qualche gara, nella speranza di preparare al meglio la prossima annata.