Sainz fa quadrato attorno alla Ferrari e cerca di spegnare le critiche nei confronti di un box eccessivamente falloso in questo 2022.
Si era presentata ai test invernali del Montmelo e poi di Sahkir con un nuovo abito, rigenerata e rinfrescata dalla cura ad effetto suolo. In quel momento, la Ferrari era sembrata davvero essere tornata ai livelli di epoca Schumacher, o almeno del 2007 con l’ultimo titolo di Raikkonen. Ed invece nello spazio di pochi gran premi si è dissolta nel nulla.
Certo, rispetto al disastroso 2020 e al complicato 2021 sono arrivate quattro vittorie e quattordici podi. Non però i risultati sperati. Gli sbagli da parte del muretto e degli stessi piloti, nonché un’affidabilità ad intermittenza, hanno compromesso la marcia della Rossa verso il successo e ora è seconda tra i costruttori, ma a ben 139 punti dalla Red Bull.
Sainz fa da scudo alla Scuderia
Interrogato proprio su questo passo del gambero inatteso, e sui suoi motivi, Carlos Sainz ha rovesciato la frittata, prendendosela con i detrattori del team che farebbero le pulci a qualunque azione del garage italiano, ingigantendo ogni débâcle.
“E’ difficile dire dove saremmo dovuti essere più coraggiosi e dove più cauti. Sicuramente in molti frangenti abbiamo fatto la mossa giusta, ma nessuno si è mai congratulato“, ha asserito piccato al sito ufficiale della F1. “Al contrario, quando abbiamo mancato è stato un profluvio di negatività“.
Con un passato in Toro Rosso, in Renault e in McLaren il madrileno ha notato una grande differenza al passaggio nell’equipe di Maranello. “Qui tutto è amplificato“, la sua considerazione. “Nelle mie esperienze precedenti non succedeva di essere tanto rimbrottati per un errore“.
Pressione, tensione e bisogno continuo di ottenere qualcosa di importante, sono senza dubbio le costanti per chi difende i colori del Cavallino. Un male necessario. Imprescindibile. Figlio di una storia gloriosa che quasi impone di essere davanti a lottare.
Ne consegue che come sono a tratti soffocanti gli oneri, gli onori sono ancora più dolci. “Vincere con la Ferrari ha maggior rilevanza. Ecco perché anche mettere il piede in fallo è lo stesso. Personalmente sto cercando di farci l’abitudine. E’ qualcosa che va imparato per poi reagire in maniera più opportuna alla situazioni. Si torna in fabbrica e si cerca di progredire“, ha argomentato.
Se gli energetici sono in vetta solitari, la squadra modenese è braccata dalla Mercedes, distante appena 35 punti. Un gap non rassicurante, che non fa stare tranquillo il figlio d’arte, malgrado faccia finta di niente. “Sappiamo che la Stella sarà lì con noi quasi tutte le domeniche. Anzi, a maggior ragione in corsa quando paio acquisire competitività rispetto alle qualifiche“, ha riconosciuto.
“E’ sorprendente come al sabato pomeriggio siano un secondo indietro e poi durante il gran premio l’ingegnere mi comunica i tempi di Hamilton e Russell e sono ancora più veloci dei nostri. Dunque, dobbiamo attenderceli vicini, ma non abbiamo ancora del vantaggio“, ha concluso dando fiducia a sé stesso, all’equipe e ai tifosi, speranzosi di godersi una volata finale almeno in parte tinta di rosso.