La Ferrari sta per terminare l’ennesima stagione avara di soddisfazioni, ma dall’ex pilota arrivano dei consigli. Ecco di cosa si tratta.
Il 2022 sarebbe dovuto essere l’anno della riscossa per la Ferrari, la rinascita dopo stagioni ricche di sconfitte ed umiliazioni. Purtroppo, dopo la grande illusione iniziale e la breve fuga mondiale di Charles Leclerc, siamo tornati alle solite, con Max Verstappen e la Red Bull che già dal Gran Premio di Spagna hanno preso il comando nelle due classifiche iridate, e non l’hanno mai più lasciato.
La Scuderia modenese continua a sbagliare tanto, forse troppo, e la pazienza dei tifosi è ai minimi storici. Tanto per cominciare, è giusto parlare delle strategie: non è accettabile che quasi in ogni gara ci sia almeno un errore, grande o piccolo che sia, così come per quanto riguarda i pit-stop. Le soste di Leclerc e Carlos Sainz sono sempre di diversi decimi più lente rispetto alle Red Bull, con lo spagnolo che ha pagato anche tre unsafe release in questo campionato, rimediando, come conseguenze, delle penalità a fine gara.
La Ferrari ha poi avuto tantissimi problemi di affidabilità, e questo potrebbe essere anche uno dei motivi del calo di performance delle ultime gara. In molti sostengono che Mattia Binotto ed il suo staff tecnico abbiano deciso di non forzare troppo per finire le gare, anche a costo di perdere qualche cavallo e, dunque, anche velocità in rettilineo.
I cedimenti arrivati in Spagna ed Azerbaijan con Leclerc ed in Austria con Sainz hanno fatto scattare l’allarme, ed ora è corsa contro il tempo per cercare di migliorare il tutto in chiave 2023. A tutto ciò vanno aggiunti anche i soliti limiti sul fronte degli sviluppi, con Red Bull e Mercedes che fanno passi da gigante, mentre la Rossa resta inchiodata al palo.
La storia si ripete ormai da tanti, troppi anni, e la barzelletta della squadra giovane non fa più ridere nessuno. Questo gruppo di lavoro è assieme da oltre quattro anni, ed è assolutamente inutile fare paragoni con l’era di Jean Todt. Il manager francese portò Michael Schumacher, Ross Brawn e tanti altri tecnici a Maranello nel 1996, ed in un solo anno il Cavallino rischiò di vincere il mondiale. Qui la situazione è molto più critica, e vista la forza degli avversari, difficilmente le cose cambieranno in fretta.
Ferrari, Gerhard Berger indica la strada alla Rossa
Uno dei volti più amati dai tifosi della Ferrari, anche se non ai livelli di Michael Schumacher o Jean Alesi, è sicuramente quello di Gerhard Berger. L’austriaco ha corso per la Scuderia modenese dal 1987 al 1989, per poi passare in McLaren-Honda ed, in seguito, tornare a Maranello dal 1993 al 1995.
Con la Rossa, Berger ha vinto cinque gare, tra cui quella storica, indimenticabile di Monza 1988, dove guidò la doppietta davanti a Michele Alboreto, ad un mese di distanza dalla morte del grande Enzo, in quella che fu l’unica vittoria non firmata dalla McLaren in una stagione dominata da Ayrton Senna ed Alain Prost.
Il boss del DTM ha rilasciato un’intervista a “La Gazzetta dello Sport“, parlando della situazione attuale del Cavallino. Ecco le sue parole: “Per la Ferrari è molto difficile, in Red Bull sanno come si vince perché sono abituati a stare in testa al gruppo, mentre gli uomini in rosso soffrono da tanti anni ed hanno occupato spesso le posizioni di rincalzo“.
“Credo che sia normale che accadano certe cose quando non si è abituati a lottare per la vittoria, la squadra ha commesso tanti errori, ma io mi auguro che possano migliorare. Nel 2023 sarà fondamentale imparare dagli sbagli di quest’anno, perché comunque sono stati bravi a portare in pista una macchina competitiva. Binotto ha fatto un grandissimo lavoro, lo dimostra il progresso fatto dal 2021. Hanno iniziato questa stagione con la vettura migliore, anche se poi è accaduto ciò che ben sappiamo“.
Berger è dunque fiducioso in chiave futura, ma c’è da dire che le sue affermazioni sono forse troppo ottimistiche. Sono tanti anni, ormai, che i tifosi si sentono ripetere la famosa fase “Sarà per l’anno prossimo“, ma il fatto è che non ci sono evidenze tecniche che portino a pensare che nel 2023 qualcosa cambierà davvero.
Questa squadra commette errori identici ormai da troppo stagioni, e non ci sono mai stati accenni di miglioramento. In più, la Red Bull ha in Adrian Newey e nel suo staff tecnico il grande segreto, oltre che un team che si dedica alla lettura della gara che è di un’altra categoria rispetto alla Rossa. In più, anche la Mercedes sta venendo fuori, e difficilmente si concederanno un’altra stagione così deludente. Il futuro è preoccupante.