La Red Bull e Max Verstappen hanno cannibalizzato la prima stagione della F1 ad effetto suolo. La Ferrari ha perso la guerra degli sviluppi.
La nuova era della F1 ad effetto suolo era nata sotto i migliori auspici, con l’obiettivo di limitare le differenze tra i top team e le altre squadre, per garantire una competizione più aperta ed appassionante. Sin dai test si è però capito che ad oggi ciò è impossibile, ed infatti Red Bull e Ferrari hanno messo in mostra un netto vantaggio rispetto alla concorrenza.
Tra quest’ultima rientrava anche la Mercedes, partita assolutamente in sordina e spesso neanche in grado di recitare il ruolo di terza forza. Le cose hanno iniziato a migliorare dopo Monaco, ma il team di Brackley non ha ancora vinto neanche una gara, con un digiuno dal successo che dura dal 5 dicembre, quando Lewis Hamilton vinse il GP dell’Arabia Saudita dopo uno spettacolare duello con Max Verstappen.
La Mercedes ha sempre vinto almeno una gara dal 2012 in avanti, e solo nel primo biennio dal ritorno in F1 non arrivarono affermazioni di tappa. La differenza con la Red Bull e la Ferrari è stata abissale nella prima parte di stagione, ma grazie agli sviluppi e ad un team che non si è mai arreso, la freccia d’argento è ora superiore alla Rossa su determinati tipi di pista.
La Scuderia modenese è sicuramente la più grande delusa di questa stagione, ed il bilancio non può essere salvato dalle dieci pole position e dalle quattro vittorie. La Ferrari era la monoposto di riferimento nelle prime gare, ma è rimasta in grado di vincere, a livello prestazionale, sino all’Ungheria.
Qualcosa è cambiato dal Belgio in poi, in corrispondenza dell’introduzione della TD39, la nuova direttiva tecnica imposta dalla FIA per controllare il porpoising e la flessione dei fondi. La Ferrari è stata sicuramente penalizzata da questa novità, ma come detto anche da Mattia Binotto non è il solo motivo del crollo di performance, e forse nenache quello principale.
Come avviene ormai da quasi un decennio e mezzo, la Rossa è crollata nel corso della stagione sul fronte degli sviluppi. La Red Bull fa degli upgrade il suo terreno di caccia ideale, e la RB18 è diventata un vero e proprio siluro nelle ultime tre gare, dopo un lungo processo di alleggerimento che ha reso la vettura ben più agile anche nel misto.
A questo punto, c’è quasi una certezza: la Ferrari era l’auto più forte nelle piste medio-lente solo per un discorso di peso, ma ora che la Red Bull è “dimagrita”, ha fatto vedere che il progetto vincente per questa generazione di vetture è proprio quello adattato da Adrian Newey, che ancora una volta ha demolito gli avversari.
F1, ecco perché la Red Bull ha battuto la Ferrari
Nel mondo della F1, gli sviluppi sono fondamentali. Già nel passato, la Ferrari aveva tenuto botta per una parte della stagione da questo punto di vista, per poi crollare nell’ultima parte, quella decisiva (vedasi il 2012, il 2017 ed il 2018, in cui si lottava per il mondiale).
Anche quest’anno, purtroppo per la Ferrari, il destino è stato lo stesso, ma la situazione di classifica risultava già compromessa ad inizio estate a causa di errori di strategia, dei piloti e dei problemi di affidabilità. Un’approfondita analisi apparsa sulle colonne di “Formulapassion.it“, ha riguardato proprio il fronte degli upgrade e la scelta vincente della Red Bull, che ha prevalso nello sviluppo della prima F1 ad effetto suolo prodotta a Milton Keynes.
Sulla RB18, al contrario della Ferrari, non sono state portate tante ali posteriori diverse (la Rossa ne ha prodotte ben cinque), ma si è lavorato molto sulla beam wing (posta sopra al diffusore), e sull’ottimizzazione del comparto carrozzeria. Gli interventi maggiori hanno riguardato il fondo della vettura, la parte determinante considerando il ritorno dei canali Venturi e dell’effetto suolo, e l’alleggerimento dovuto ad un peso eccessivo.
L’eccellente efficienza aerodinamica ha consentito alla Red Bull di viaggiare con ali da medio-alto carico anche su piste veloci, come accaduto a Monza, mantenendo un’ottima velocità di punta e favorendo un carico aerodinamico più elevato, che prema soprattutto in configurazione gara, portando ad una miglior gestione degli pneumatici.
I pacchetti più estremi, la squadra di Christian Horner li ha presentati ad Imola e Silverstone, intervenendo sul restringimento della zona terminale del cofano motore e riuscendo a diminuire il peso quasi di gara in gara. Sulla RB18 sono state aggiornate diverse volte le griglie sul canale Venturi, mentre la Ferrari non è intervenuta sulla parte del sottoscocca in maniera sufficiente rispetto ai rivali, perdendo quel margine di vantaggio che c’era ad inizio anno.