Il dt Audi ha parlato del progetto F1 e ha esposto chiaramente a che punto sono i nuovi motori, in attesa di capire i team interessati.
La F1 ha deciso di allargare i propri orizzonti. Non solo dal prossimo anno aprirà le porte a nuovi paesi che ospiteranno il Circus sui propri circuiti, ma anche a nuovi gruppi motoristici. Com’è stato annunciato nel venerdì del Gran Premio del Belgio, dal 2026 ci sarà un nuovo competitor in campo ed è l’Audi, che ha deciso di sbarcare in F1 dopo che i vari team hanno deciso le regole che partiranno dal 2026, non senza qualche difficoltà. La casa di Ingolstadt sembrava poter sbarcare nel campionato più famoso al mondo con un team ufficiale ed indipendente, ma dopo che la trattativa per l’acquisto della McLaren non è andato a buon fine, si è deciso per un ingresso come “semplice” fornitore di power unit.
Uno sbarco quello in F1 dell’Audi che sta creando già molto interesse, ma anche qualche scetticismo. Ma a dire il vero c’è curiosità per capire dove la casa tedesca potrà, pronti-via, piazzarsi sullo schieramento e quale partnership troverà in questi anni (si parla ora di Sauber). L’Audi, che ha legato il suo nome a una delle corse più importanti come la 24 Ore di Le Mans, se entra nel Circus è perché vuole vincere e non solo partecipare. Oltre a sviluppare tecnologie che serviranno per le auto di produzione in un prossimo futuro.
“Ho dovuto darmi un pizzicotto quando è stato annunciato pubblicamente a Spa e poi è uscita nel mondo la notizia”, ha detto Stefan Dreyer, Direttore Tecnico di Audi Sport per la Power Unit in un’intervista a Motorsport-Magazin, che con un suo giornalista ha fatto visita alla sede di Neuburg an der Donau per capire come sta procedendo il progetto F1. Insieme ad Adam Baker, che è responsabile del progetto e che è passato all’Audi dalla FIA come “senior manager per compiti speciali” più di un anno fa, Dreyer ha rappresentato gli interessi di Audi in innumerevoli riunioni riguardanti i nuovi motori della F1.
Audi e F1, così si sta sviluppando il progetto
“Abbiamo ottenuto molto di ciò che volevamo da quelle trattative – confessano in Audi -. Era un requisito fondamentale, altrimenti non saremmo saliti a bordo“. Infatti quando le trattative si sono fatte più concrete, l’azienda di Ingolstadt ha potuto far valere i propri interessi. Quando i tecnici si sono incontrati per la prima volta, si discuteva anche della trazione integrale. Tuttavia, la Quattro è riservata ai modelli di serie e la Formula 1 continua a fare affidamento invece a un’altra tecnologia.
Poi Dreyer ha confessato: “Ad oggi, l’MGU-H non ha alcuna rilevanza per la produzione in serie. Ecco perché non ci interessava spingere su questa tecnologia”, facendo così capire come mai si è deciso per l’addio di questa componente. Una volta chiariti i parametri di base del motore, si è passati ai dettagli. Le discussioni, ha spiegato al magazine, sono state così lunghe che l’Audi è stata vicino al mollare. Niente ha bisogno di tempi più lunghi nelle corse dello sviluppo del motore. Ma non si tratta solo di sviluppo del motore, ma anche dell’infrastruttura per realizzarlo. Anche se l’Audi stava già lavorando al progetto di Formula 1 con un piccolo team dedicato a compiti speciali, i preparativi sono stati fatti davvero senza spingere troppo.
Per il futuro comunque si è deciso per un V6, che addirittura la Red Bull, con la sua nuova divisione Powertrains, sta già provando. L’Audi però afferma di non essere già a questo livello: “Si può solo ipotizzare cosa esattamente la Red Bull abbia sul banco prova ore, il fatto è: puoi solo congratularti con loro se un motore è già stato acceso. Ora tocca a noi”. Ma Dreyer non vuole dare una data per questo. C’è una buona ragione per cui l’Audi è in ritardo rispetto alla Red Bull, almeno per quanto riguarda il programma: “Ci siamo occupati prima di presentare il progetto all’azienda e di farlo approvare. Poi siamo passati alla fase di implementazione“.
Solo adesso si è partiti sul serio. Dalla primavera del 2022, i dipendenti, per ora 100 dedicati alla F1, hanno ottenuto sempre più accordi di riservatezza sul loro esatto lavoro. Il limite massimo di budget, che si applicherà per la prima volta anche ai produttori di motori a partire dal 2023, specifica le condizioni quadro per i dipendenti. “Più di 300”, dice Dreyer. “Con queste dimensioni stiamo pianificando il da farsi”. Ma di sicuro questo numero aumenterò, visto che in Mercedes High Performance Powertrains, circa 650 esperti lavorano per il motore 2026. “Conosco la squadra, so cosa possono fare e ho una fede cieca – ha detto Dreyer -. Ma non basta, dovremo reclutare internamente e anche attingere a know-how e competenze esterne”.
“Assemblare un motore di Formula 1 è come un intervento chirurgico a cuore aperto – ha ammesso -. Oltre al propulsore completo, a Neuburg verrà costruita anche la trasmissione. Più viene da un’unica fonte, più efficientemente i componenti possono essere coordinati tra loro”. Insomma il progetto è in pieno svolgimento e l’obiettivo è chiaro: “Non saremmo nel motorsport se non volessimo vincere. Questo è ciò che ci spinge. Ma dire che vogliamo vincere al primo anno è difficile. Vogliamo essere affidabili e veloci. Poi vedremo dove saremo”.