Già a Singapore Verstappen potrebbe celebrare il suo secondo titolo iridato. Alonso lo mette in guardia. Ecco perché c’è poco da sorridere.
Approdato in F1 nel 2015 con un destino già scritto avendo come genitori l’ex F1 Jos e l’ottima kartista Sophie Kumpen, Max Verstappen non ha avuto vita facile. Desideroso di mettersi in mostra e spesso sul filo della scorrettezza. Soprattutto ad inizio della sua avventura nella top class dell’automobilismo, ha dovuto lottare per farsi accettare. Una vera e propria impresa, se si considera che ogni due per tre era coinvolto in incidenti, anche pesanti. Addirittura, per un episodio di intemperanza che lo vide protagonista al termine del GP del Brasile del lontano 2018 assieme ad Esteban Ocon, venne obbligato a due giornate di servizi sociali al fianco dell’allora direttore di gara Charlie Whiting.
Da allora è cambiato tantissimo. E’ maturato. Ha imparato a tenersi lontano dai guai. E a dosare le energie. Rischiando soltanto quando necessario. Questa sua crescita come persona e come pilota, lo ha portato a sapersi gestire perfettamente l’anno scorso, quando si è trovato a dover lottare con un osso duro come Hamilton.
La maggior lucidità del suo team e le sue doti di guida gli hanno regalato un primo titolo iridato, arrivato non senza malumori e polemiche per le azioni federali.
Dopo aver messo fine allo strapotere della Mercedes, almeno per quanto concerne la coppa conduttori, il driver di Hasselt nel 2022 ha messo a tacere la Ferrari. Con la Stella fuori dai giochi per via di un progetto ad effetto suolo troppo azzardato, il portacolori della Red Bull ha combattuto con la sola Rossa che, come suo solito, si è fatta male da sola.
Dunque, ormai prossimo alla conferma sul tetto del mondo sta raccogliendo complimenti e consigli dal paddock.
Alonso mette in guardia Verstappen
Non appena giunto nella bella e moderna Singapore tra i primi a commentare la vicinanza dell’olandese alla seconda meta è stato Fernando Alonso. Un che due sigilli li ha conquistati nel biennio 2005- 2006.
Sicuramente non turbato dall’essere stato raggiunto dal giovane collega, il Samurai ha lanciato il monito. Un avviso a non abbassare il livello di attenzione. Aver vinto consecutivamente, non significa che per forza il trend dovrà continuare così. Basta un nulla. Un ritocco regolamentare di quelli giusti per fermare la festa.
Lo sa bene lui stesso essendoci passato. Dopo aver sfiorato il tris nel 2007, nel 2010 e nel 2012, il suo nome non è più stato presente nei duelli per la coppa più prestigiosa.
“Ha appena 24 anni e davanti a sé ha ancora molto tempo. Gli auguro solo di avere un po’ più di fortuna rispetto a me. Io quando ho vinto il secondo titolo ne avevo 26. E le mie statistiche sono le stesse ora che ne ho 40. Comunque credo che non potrà che andare sempre meglio per lui. Se lo merita davvero. E’ il più forte. Così come lo è la sua squadra“, ha commentato da Marina Bay.
Per l’iberico il risultato del figlio d’arte è ancora più rivelante in quanto la RB18 a sua disposizione non è la monoposto più competitiva del lotto. “Eppure non ha dovuto faticare molto“, ha affermato riferendosi all’incredibile debolezza mostrata dalla coppia del Cavallino, riuscita appena a fare il solletico agli austriaci. “Questa stagione è importante. Rimarrà nella memoria di tutti perché c’è stato un cambiamento nelle regole. La F1-75 è veloce, ma quanto fatto da Max è degno di nota. Pur non avendo una macchina superiore è stato più bravo“, la sentenza finale dell’iberico.
Il Mondiale potrebbe essere assegnato già questo weekend, nella prima delle due trasferte asiatiche. Per farcela dovrà vincere e fare il giro più rapido, con Leclerc non meglio di nono e Perez dovrà entrare in top 4. Se dovesse arrivare primo ma mancare il “fastest lap”, allora Charles dovrà essere decimo o peggio e Checo almeno quinto. Ultima combinazione, se Sergio dovesse soffiargli la tornata veloce e arrivare sesto, per trionfare il #1 dovrà sperare in un monegasco al margine del gruppo dei dieci.