In una intervista dopo il GP del Giappone, Crutchlow ha spiegato alcune similitudini tra Yamaha e Honda. E lanciato l’allarme.
Dopo un periodo di stop, che ha coinciso con la sua attività di tester per Yamaha, Cal Crutchlow ha avuto un’altra opportunità per tornare in pista ed è coincisa con l’addio anticipato di Andrea Dovizioso. Per l’inglese l’occasione non solo di rimettersi in gioco ma soprattutto di continuare la sua attività per la casa giapponese in vista della prossima stagione. E sarà importante per la casa di Iwata avere materiale su cui lavorare già adesso, visto che il prossimo anno avrà solo due prototipi in pista e quindi ci saranno meno informazioni da condividere tra Fabio Quartararo e Franco Morbidelli.
Yamaha che proprio nelle ultime settimane sta rinforzando il proprio personale tecnico MotoGP in vista del 2023, con arrivi un po’ da diversi team come Suzuki, che a fine anno dirà addio alla classe regina. Un modo per cercare di trovare nuove idee per una moto che, dopo anni di dominio, sembra aver passato il testimone alla Ducati ma anche all’Aprilia. I dati che sono usciti fuori anche dall’ultimo GP del Giappone infatti sono sconfortanti: a guidare in maniera redditizia questa M1 c’è solo Fabio Quartararo, un po’ come Marc Marquez la Honda. E proprio su questo punto ha spinto le sue critiche a Yamaha Crutchlow.
Crutchlow, atto d’accusa alla Yamaha
Dei 275 punti accumulati finora dai piloti Yamaha nelle 16 gare della stagione, 219 sono stati presi dal campione del mondo in carica. E qualcosa vorrà pur dire, ossia che la casa di Iwata si è affidata esclusivamente al suo pilota di punta, lasciando indietro gli altri. Un po’ come fatto in questi anni dalla Honda con Marquez, cosa che ha pagato negli ultimi 2 anni quando a causa dell’infortunio al braccio destro ha visto lo sviluppo della sua moto praticamente arrestarsi.
“Quello che stiamo vedendo in Yamaha è l’effetto Marquez“, ha confermato Crutchlow. “Gli altri piloti Yamaha non sono veloci come Fabio, anche se non credo che stiano facendo un brutto lavoro. Fabio ne sta facendo uno incredibile. La moto manca di potenza, motivo per cui bisogna passare sopra i difetti della moto per sopperire a questa mancanza. Quello che fa Fabio con la moto è molto speciale sotto questo aspetto”. E ha aggiunto: “Perché dico che è l’effetto Marquez? Perché so come lavora lui e la Honda. Posso vedere come lo fa un certo tipo di lavoro e questa è la differenza tra i piloti. Posso forse fare cose che lui non può fare, ma lui può fare nove cose meglio di me”.
E per esaltare ancora di più Quartararo e il suo modo di guidare la Yamaha M1 ha detto: “Il mio ritmo di gara non è male. Ma sto lottando in zone dove anche ‘Dovi’ ha avuto problemi. E so perché. Fabio non ha questi problemi e so perché. Non è lento in curva come noi. Come guida e come riesce a chiudere la curva, sempre sulla linea giusta, è il motivo per cui è così veloce e molto meglio degli altri piloti Yamaha. Sta ottenendo il massimo dalla moto. Ma penso che possiamo lavorare su questo in termini di set-up per avvicinarci a quello”.
Crutchlow però che ha lanciato un messaggio chiaro ai vertici Yamaha per il futuro: “Dobbiamo cercare di far stare meglio gli altri piloti, per permettere loro di fare quello che fa Fabio. D’altra parte bisogna anche ricordare: solo perché Fabio guida così non significa che anche tutti gli altri guidino così. Marc Marquez guida come guida e sfrutta al meglio la Honda, proprio come Fabio con la Yamaha. La maggior parte dei piloti guida più come me. Non è stato diverso con la Honda. Da questo punto di vista le situazioni sono le stesse”. Ma la casa di Iwata starà a sentirlo?