Ogni volta che vi siete recati dal concessionario per comprare una nuova auto, vi sarete chiesti per quale cambio optare. Ecco le differenze.
Durante la vostra vita, sarete sicuramente stati chiamati a scegliere un’auto da acquistare. In tempi moderni, è normale che vi venga posta la consueta domanda, ovvero quella che si riferisce alla scelta sul cambio automatico o manuale. I puristi optano per la cambiata “personalizzata”, e preferiscono fare tutto da soli, senza che sia un computer a decidere quale marcia inserire al posto loro.
Le vetture più innovative danno la possibilità a chi le acquista di poter avere entrambe le funzioni, con la frizione che sta man mano scomparendo. Infatti, su questa tipologia di auto, è possibile cambiare marcia sia sul volante con le “palette” tipiche della F1 e delle gare automobilistiche, per poi poterci rilassare durante i viaggi o per districarci al meglio nel traffico cittadino tramite l’automatico.
Alcuni sondaggio mostrano che il cambio automatico risulti essere quello preferito dagli automobilisti, anche se c’è ancora una bella fetta di appassionati che non ha alcuna intenzione di piegarsi alle nuove tecnologie. Con l’entrata in scena dell’elettrico, ovviamente, qualcosa è destinato a cambiare, considerando che su questa tipologia di vetture non c’è bisogno di inserire le marce.
Tra pochi anni, l’automobilista non dovrà far altro che accelerare e frenare, prima che anche questo piacere gli venga tolto e che le vetture non diventino davvero automatiche in tutto e per tutto, anche durante la marcia. Senza spingerci troppo in avanti, oggi vi parleremo di quelle che sono le differenze tra cambio manuale ed automatico.
Auto, ecco che cambia tra cambio manuale ed automatico
La caratteristica principale delle auto con cambio automatico è quella di poter far selezionare ad una sorta di computer le marce da inserire. Ovviamente, su queste vetture non vi è la presenza della frizione, per cui troverete due pedali al posto del guidatore e non tre come avviene di solito.
Ad effettuare il passaggio da una marcia all’altra ci pensa una centralina, che fa tutto in automatico e che capisce il momento esatto in cui bisogna salire o scendere di marcia, regolandosi anche in base ai giri che vengono raggiunti dal nostro motore. I componenti fondamentali che regolano il suo funzionamento sono il convertitore di coppia, il gruppo di rotismi epicicloidali e l’attuatore.
Il primo è l’elemento che rimpiazza la frizione, trasmette la potenza tra motore e cambio. Il secondo determina i rapporti che si instaurano con l’attuatore, il quale è una parte idraulica che attiva le valvole che poi portano alla gestione della cambiata ed al rapporto con il motore, mettendo in sincronia i vari elementi.
Esistono varie lettere che sono posizionate sulla paletta del cambio automatico, che ovviamente hanno vari significati. Per chi non lo sapesse, la “P” indica il parcheggio, ovvero la posizione di arresto. La “N” indica il neutro, ovvero quando non è inserita nessuna marcia e la vettura va tenuta ferma premendo il freno, altrimenti potrebbe muoversi.
Esiste poi la “R”, ovvero quella che è la retromarcia, mentre la “D” indica il drive, ovvero la marcia che occorre inserire quando si inizia a viaggiare. Si tratta di un meccanismo piuttosto facile dal punto di vista meccanico, ma che è anche un’ottima soluzione per chi vuole rilassari al volante senza occuparsi di troppe faccende.