L’auto elettrica è il mezzo del futuro, ma c’è già chi ha raggiunto una prestazione da record. Tuttavia, non è tutto oro ciò che luccica.
Che piaccia o meno, l’auto elettrica è destinata a prendere il sopravvento sui motori termici. Secondo le direttive dell’Unione Europea, sarà vietato produrre veicoli spinti da propulsori tradizionali dal 2035 in avanti, con una piccola eccezione concessa solo ai costruttori di supercar, i quali potranno continuare a puntare sul motore a scoppio sino al 2040. Dunque, la differenza è davvero irrisoria e non cambia la sostanza.
Le grandi case si stanno preparando da tantissimi anni per questa svolta epocale, e la cosa riguarda anche i marchi italiani. Ad esempio, Fiat ed Alfa Romeo dovranno passare al full electric entro il 2027, secondo quanto decretato dal gruppo Stellantis di cui fanno parte ormai da tanti anni.
Anche in Germania si sta lavorando molto sul concetto di auto elettrica, con Audi, BMW e Mercedes sugli scudi da questo punto di vista. Tuttavia, la popolazione non vede di buon occhio questo cambiamento ed i dati sulle vendite sono ancora piuttosto bassi, per una serie di fattori che non possono essere sottovalutati.
In primis, i costi di acquisto: sul mercato italiano, tanto per fare un esempio, non si può pensare di comprare un veicolo elettrico senza spendere meno di circa 20 mila euro, tant’è alto il prezzo di una Dacia full electric. Un passo in avanti potrebbe essere fatto il prossimo anno dalla nuova Fiat Panda, che punta a diventare accessibile a tutte le tasche.
Questa vettura sarà una rivoluzione per la casa di Torino, visto che la Panda abbandonerà il segmento A per entrare nel B, assumendo le forme di un Mini-Suv, strada che in tanti stanno percorrendo. L’Alfa Romeo sta lavorando ad un Suv elettrico ed anche alla Giulia EV, ma non se ne dovrebbe far nulla prima del 2024. Anche in Lamborghini si parla molto di green, e la prima supercar elettrica della casa del toro è attesa per il 2028.
Auto elettrica, siglato un clamoroso record di velocità
L’auto elettrica sta crescendo in modo esponenziale sul fronte delle prestazioni, ma per ora manca una categoria motoristica che ne esalti le performance. L’esponente principale è ovviamente la Formula E, che però non attira gli appassionati. Com’è ovvio che sia, le auto non fanno rumore, e superano a fatica i 200 km/h.
Un netto passo in avanti su questo fronte è stato fatto grazie alla Buckeye Bullet 3, studiata dagli studenti dell’Ohio State University, ma anche in collaborazione con la Venturi, che partecipa al campionato di Formula E sotto la guida di Susie Wolff e sfruttando il power train della Mercedes.
Tale progetto trova le sue origini in un periodo ben lontano, visto che parliamo dell’ottobre del 2004, e poco tempo dopo venne testato il primo prototipo che raggiunse i 437,318 km/h. La velocità non riuscì ad ottenere l’omologazione della FIA, ma c’è da dire che fu un risultato davvero incredibile.
Infatti, il primato assoluto per una vettura era stato raggiunto dalla Bugatti Veyron, che superò i 407 km/h, restando a -30 km/h dalla Buckeye. Nel 2009, un’evoluzione con batterie agli ioni di litio fece registrare un netto passo in avanti, toccando i 495,140 km/h, ma non era nulla in confronto a quanto accaduto nel 2016.
La Buckeye ha piazzato infatti il primato assoluto per un’auto elettrica (e non solo), agguantando i 549,43 km/h, superando la Koenigsegg Jesko Absolute per quasi 20 km/h, vale a dire l’auto di serie più spericolata di tutto il pianeta. La trasmissione dell’ultima generazione di Buckeye è a tre velocità, che le permettono di sfruttare tutti i 3000 cavalli che ha a disposizione.
Il suo peso è di 3,600 kg, è lunga oltre 9 metri, ma alta soltanzo 38 mm. Il pilota che ha compiuto l’impresa si chiama Roger Schroer, che ha raggiunto questo risultato presso Bonneville Salt Flats. Agli appassionati di questo settore estremo, il nome non sarà nuovo, visto numerosi primati sulla velocità di punta sono stati raggiunti proprio in questa zona del deserto dello Utah. Tuttavia, c’è un problema per chi si è già innamorato di questa strepitosa vettura, e cioè che non è in vendita, ma era facilmente immaginabile.
Ne esistono infatti pochissimi esemplari, tutti divisi in base alle loro ultime evoluzioni. Che piaccia o meno l’elettrico, c’è da riconoscere al gruppo di lavoro che è stato raggiunto un livello tecnologico straordinario, per un progetto che in 18 anni è riuscito a scrivere la storia delle quattro ruote. Conoscendo le qualità ingegneristiche e le capacità di sviluppo dei nostri tempi, è molto probabile che i pionieri della Buckeye punteranno a velocità ancor maggiori in futuro.